FIGLINE INCISA VALDARNO (FI) – Ha preso il via a Figline e Incisa Valdarno (Firenze) un lavoro misto fra istituzioni, sindacati e associazioni datoriali per gestire la partita del riassorbimento dei 110 lavoratori licenziati dalla Bekaert e rimasti senza occupazione. “Costruiamo una cabina di regia”, ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, per “mettere in circolazione tutte le informazioni, tutte le idee e tutti gli stimoli per individuare dove i lavoratori possano essere ricollocati su questo territorio”.
Giani ha ricordato che “da un lato, la Regione può con il proprio bilancio offrire a ogni datore di lavoro che prende un operaio della Bekaert 8.000 euro una tantum: significa tre mesi di stipendio. Ma ci sono da qui a luglio anche i 10.000 euro che l’azienda Bekaert dà, quindi per un lavoratore che viene preso l’imprenditore si trova 18.000 euro. E poi, i voucher dati direttamente all’impresa perché possa sostenere il trasferimento del lavoratore che si reca al posto di lavoro”. E l’ancunicato progetto di creazione di un polo toscano dell’acciaio con le acciaierie Jindal di Piombino? Quello, ha spiegato Giani, “è un ragionamento di medio periodo”, ma “se lo Stato italiano punta molto sull’Ilva, punti altrettanto su Piombino”.
Per la Bekaert di Figline Valdarno “la partita non è chiusa: noi non molliamo di un millimetro sulla reindustrializzazione del sito” ha affermato Valerio Fabiani, consigliere di Giani per il lavoro e le crisi aziendali. La sindaca di Figline e Incisa Valdarno, Giulia Mugnai, ha sottolineato che “abbiamo chiesto alla Regione Toscana di farsi promotrice di uno studio approfondito del territorio, che possa far emergere sia i vantaggi competitivi che lo caratterizzano.
“La Cisl Firenze-Prato accoglie con assoluto favore l’impegno a costruire un protocollo guida e ad istituire un tavolo permanente” afferma il sindacato in una nota. Più critico invece il segretario Fiom Cgil Firenxe, Daniele Calosi: “Questa non è una reindustrializzaizone, sulla Bekaert ci sono troppi annunci senza che si dia seguito a fatti, troppi titoli senza svolgimento. Anche sulla vicenda della filiera Jsw ancora non si sa nulla, e lo stesso piano dei Jindal è stato criticato dal governo. In più la recente vicenda dell’ILVA rende più complicato, non più semplice la questione: senza l’Ilva tutto il comparto siderurgico nazionale ne soffre, da Piombino al Friuli”
>>> Ascolta l’intervista a Daniele Calosi, segretario Fiom Cgil Firenze