TOSCANA – Potrebbero essere stati smaltiti in altri siti in Toscana, oltre a quelli già individuati nel corso delle indagini, i rifiuti inquinanti derivanti dall’attività delle concerie finiti al centro di un’inchiesta della Dda di Firenze su presunti reati ambientali. Secondo quanto appreso, i carabinieri forestali e del Noe, coordinati dal pm Giulio Monferini, sarebbero al lavoro per individuare ulteriori cantieri dove il ‘keu’, come viene definita la cenere di risulta della combustione dei rifiuti conciari, sarebbe stato impiegato come materiale di riempimento in lavori stradali dopo esser stato miscelato con altri rifiuti. Le indagini, culminate con gli arresti del 15 aprile scorso, hanno permesso di individuare alcuni luoghi di smaltimento del ‘keu’, tra cui il cantiere per la realizzazione del lotto V della Sr 429 Empolese. Ma altri siti sarebbero in corso di individuazione, anche alla luce di nuovi indizi raccolti nel corso dell’inchiesta. Intanto proseguono gli interrogatori di garanzia davanti al gip degli arrestati, tra cui i vertici dell’Associazione conciatori di Santa Croce sull’Arno
Della vicenda oggi ha parlato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani che, rispondendo ad una interrogazione alla Camera, ha confermato che parte delle 8.000 tonenllate di “Keu”,le ceneri derivate dalla combustione degli scarti conciari, ilegalmente smaltiti, risultano all’interno del materiale utilizzato per la realizzazione della pista presso l’aeroporto militare di Pisa e che rappresenta una potenziale fonte di contaminazione.
Il ministro ha fatto riferimento a quanto emerso dalle indagini, precisando che sono coperte dal segreto istruttorio, aggiungendo che un procedimento di bonifica, per una parte della lottizzazione adibita a viabilità di cantiere, “è stato avviato presso l‘area Green Park nel Comune di Pontedera e si è attualmente in attesa della rimozione della fonte primaria di contaminazione e messa in sicurezza d’emergenza”. Per quanto riguarda l’area “ex Vacis”, ha proseguito il ministro, i campionamenti relativi a riporti, terreni e acque sotterranee “sono risultati nei limiti“. Solo in una zona ristretta dell’area “é emerso il superamento dei limiti per quanto riguarda l’antimonio e il cromo”. Il ministro ha ricordato che si tratta di rifiuti derivanti dal trattamento di fanghi prodotti della lavorazione di pelli animali presso un impianto di produzione di materiali riciclati che miscelati con altri inerti li classificava come materiali per l’edilizia.