FIRENZE – Unire le forze e sostenere le migliori eccellenze della ricerca scientifica todscana contro il Covid-19. Con la firma oggi dell’accordo tra Ministero dello sviluppo economico, la Regione Toscana, la società Toscana Life Sciences Sviluppo e Invitalia spa, arrivano 38 milioni di euro di fondi (in gran parte pubblici) a sostegno del percorso di ricerca avviato da TLS che ha permesso di individuare un anticorpo molto promettente, che nelle prove di laboratorio si è dimostrato in grado di sconfiggere il virus e le sue varianti.
L’accordo prevede la realizzazione di un programma di sviluppo industriale, articolato in due progetti: uno “d’investimento produttivo” e l’altro “sperimentale”, finalizzato allo sviluppo e successiva validazione clinica di un anticorpo. Dei 38 milioni di euro coplessivi, 26 milioni fanno capo a risorse pubbliche (25 milioni e 500mila euro sono a carico del Mise e 500mila euro della Regione Toscana). “Abbiamo le tecnologie e i ricercatori per dare vita in modo strutturato a un sistema decisamente all’avanguardia di lotta alla pandemia – dichiara il presidente Eugenio Giani, spiegando che l’accordo segna un passaggio storico in Italia nella cura dei pazienti Covid”.
Il progetto d’investimento produttivo (10,4 milioni di euro) è finalizzato all’attivazione e messa in esercizio del complesso industriale, denominato “Edificio 23” all’interno del campus scientifico di GSK di Siena (dove ha la sede legale e operativa Tls Sviluppo e, consentirà una volta ottenute le necessarie autorizzazioni, la produzione di almeno 100.000 dosi a trimestre. Sono previsti interventi edili di riqualificazione del complesso industriale, come anche l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature, che permetteranno di produrre su base industriale anche l’anticorpo sviluppato. L’investimento previsto è pari a 10milioni e 400mila euro.
Il progetto di sviluppo sperimentale è finalizzato allo sviluppo e successiva validazione clinica degli anticorpi monoclonali, idonei a debellare la patologia derivante da Sars-Cov-2 e all’ottenimento dell’autorizzazione per un loro uso emergenziale. Prevede un investimento finanziario di 27 milioni e 660mila euro. Prevede una prima fase di sperimentazione del principio attivo sull’uomo (per valutarne sicurezza, tollerabilità, effetti collaterali), il cui protocollo è stato già approvato da Aifa, e sarà condotto in centri specializzati su 40 volontari sani. La seconda fase prevede l’analisi dell’attività terapeutica dell’anticorpo, cioè della sua capacità di produrre sull’organismo umano gli effetti curativi desiderati. Lo studio sarà condotto indicativamente su 1000 pazienti Covid-19.