FIRENZE – Il celeberrimo “Ritratto di Dora Maar” del 1939, simbolo dell’esposizione, assieme ad opere quali la “Testa di donna” (1910), “Il pittore e la modella” (1963) e alcuni disegni, incisioni e dipinti preparatori per “Guernica” (1937): sono queste le “gemme” che impreziosiscono la mostra “Picasso e la modernità spagnola”, la grande mostra – oltre 90 opere presenti – della stagione autunnale di Palazzo Strozzi, che si aprirà il 20 settembre prossimo fino al 25 gennaio.
Assieme ai dipinti del pittore di Malaga, le opere di suoi connazionali e maestri assoluti dell’arte contemporanea – Joan Miró, Salvador Dalí, Juan Gris, Maria Blanchard, Julio González –
A soli 3 anni dalla mostra “Picasso, Miró e Dalí: Giovani e arrabbiati. La nascita della modernità” del 2011, lo stesso trio torna i protagonista di un’esposizione a Palazzo Strozzi. Se nel 2011 però il percorso espositivo si concentrava sui germi della rivoluzione che avrebbe cambiato la storia dell’arte (e non solo), stavolta l’esposizione, curata da da Eugenio Carmona (professore di Storia dell’arte all’Università di Malaga, membro de los patronatos del Museos Patio Herreriano di Valladolid, del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e della Comisión Andaluza de Museos), ripercorre un lungo periodo storico-artistico che va dal 1910 al 1963, a comporre una panoramica sull’intera arte iberica del XX secolo, la più ampia e ricca mai proposta al di fuori della Spagna.