ROMA – Un nuovo processo d’appello per l’ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti in relazione alle accuse di disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo per la strage di Viareggio – 32 vittime causate dall’esplosione di un vagone cisterna di gpl deragliato e incendiatosi il 29 giugno 2009 – per le quali è stato condannato a sette anni di reclusione dalla Corte di Appello di Firenze: è la richiesta che a sorpresa ha formulato ieri il Pg della Cassazione Pasquale Fimiani nella sua requisitoria di ieri.
Una decisione accolta con sorpresa e preoccupazione dall’Associazione “Il mondo che vorrei” che riunisce i sopravvissuti e i familiari delle vittime: “Sapevamo che Moretti ha molti amici, in questi anni è sempre stato difeso e promosso. Questa notizia dovrebbe far pensare molti Italia – aggiunge – sull’impossibilità di arrivare fino in fondo alla verità”. “Noi – conclude – siamo sicuri delle nostre ragioni processuali, non siamo ancora alla sentenza, e ci batteremo fino all’ultimo”.
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Anche oggi l’udienza, a porte chiuse per le norme anti-covid, sarà seguita dai membri dell’associzione tramite una speciale diretta social dal sito-blog https://www.ilmondochevorreiviareggio.it/
Le perplessità dell’associazione sono rafforzate dal fatto che, eccetto Moretti, per gli altri principali imputati a processo il Pg ha chiesto la conferma delle condanne: sei anni di reclusione ciascuno a carico di Vincenzo Soprano (ex ad di Trenitalia) e di Michele Mario Elia (ex ad di Rfi) per il disastro ferroviario di Viareggio che la sera del 29 giugno 2009 costò la vita a 32 persone a causa del deragliamento di un treno merci con la conseguente esplosione di un carro cisterna di gpl. Lo ha chiesto sempre Fimiani.
Il Pg inoltre ha chiesto la conferma delle condanne per tutti gli imputati del management delle società straniere che si occupavano della manutenzione dei carri merci, e di alcuni tecnici delle officine tedesche dove si effettuava la revisione dei mezzi. Inoltre il Pg ha chiesto l’annullamento con rinvio della condanna a quattro anni di reclusione per il manager Francesco Favo , e l’annullamento dei proscioglimenti per Di Marco e Giovanni Costa altri due manager delle società coinvolte nell’incidente.