TOSCANA – In Toscana, dal 2006 al 2019, si contano 117 femminicidi, prima causa di omicidio di donna, di cui il 74% sono vittime italiane. Nel 2019 sono cinque le donne uccise per motivi di genere, tre delle quali oltre i 70 anni: complessivamente quasi un terzo delle vittime è ultrasettantenne.
I dati emergono dal dodicesimo rapporto sulla violenza di genere in Toscana realizzato dall’Osservatorio regionale sulla violenza di genere. Il rapporto spiega che i femminicidi avvengono soprattutto all’interno di relazioni, presenti o concluse e si caratterizzano per la presenza di profili e situazioni socio economiche estremamente eterogenee.
I 24 centri antiviolenza toscani hanno registrato dal 1 luglio 2010 al dicembre 2019 oltre 26mila richieste di aiuto da parte di donne. Dal 2015, in particolare, coloro che si sono rivolte a un centro antiviolenza per la prima volta sono aumentate passando da 2.440 a 3.606 nel 2019. A fare il punto sugli accessi ai centri antiviolenza, Rosa Di Gioia, una delle curatrici del rapporto
Durante il primo lockdown i dati relativi ai Centri antiviolenza in Toscana hanno mostrato un calo di nuovi contatti, a cui ha corrisposto un calo delle denunce per maltrattamenti. Il mese con il minor numero di donne che si sono rivolte ad un Centro antiviolenza è marzo, con 283 donne. Ad aumentare sono state, invece, le chiamate al 1522 (numero nazionale anti violenza e stalking) anche se, secondo i dati dei Centri, a queste non è corrisposto poi un aumento sensibile dei nuovi contatti. Tale quadro toscano, spiega il rapporto, è confermato anche da un’indagine nazionale fatta dall’Istat sulle chiamate al 1522. Durante il periodo del lockdown, precisa il rapporto, nessun centro antiviolenza della Toscana ha interrotto i propri servizi e sono stati introdotti colloqui telefonici, videochiamate e l’uso di canali social.
A parlare dei servizi a sostegno delle donne – da numero 1522 alla nuova app – è stat l’assessora alle pari opportunità, Alessandra Nardini.
Per quanto riguarda il Codice rosa, ovvero il percorso socio-sanitario riservato alle donne vittime di violenza, nel 2019 la Toscana ha registrato 1.645 accessi di persone adulte e 305 di minori.
I maltrattamenti coprono la stragrande maggioranza della casistica (93,7%), gli abusi sessuali rappresentano il 4,4% del totale; residuale, ma raddoppiata rispetto al 2018, la quota di vittime di stalking (1,9%). Le persone assistite per abuso e maltrattamento dai consultori toscani nel 2019 sono 915 (+144 rispetto all’anno precedente), per un totale di 3.365 accessi. Le donne rappresentano oltre l’82% del totale.
“Bisogna ancora lavorare moltissimo, soprattutto a livello culturale” l’invito dell’assessora al welfare Serena Spinelli
L’Osservatorio regionale sulla violenza di genere raccoglie anche i dati che riguardano i centri per uomini autori di violenze: nel 2019 sono 211 gli uomini che hanno effettuato l’accesso presso uno dei centri toscani. Un quinto degli uomini accede ai percorsi su base strettamente volontaria, mentre la quota di segnalazioni da un attore pubblico (carcere, tribunale, altro) cresce, passando dal 49 al 61,6%.
Per quanto riguarda le case rifugio, le donne ospitate nei primi cinque mesi del 2020 è leggermente inferiore a quello del 2019: si è passati da 35 a 30 donne accolte, di cui 10 nel mese di gennaio.