TOSCANA – La circolazione del Sars-Cov-2 in Toscana è in diminuzione, e l’indice di trasmissibilità del virus RT è al di sotto del valore di 1,5 da “zona rossa”. Il governatore toscano Eugenio Giani continua ad esprimere dubbi sulla decisione che domenica scorsa ha imposto nuovi divieti e limitazioni nella nostra Regione, rilanciando dei dati che mostrano un miglioramento delle performances del sistema sanitario nel contenimento del covid, e un valore dell’RT in decrescita – benché ancora “non ufficiale”. Per quanto riguarda il tracciamento, ha detto Giani ieri parlando a SkyTg25, la Toscana è tornata all’80% dei casi ricostruiti, mentre per quanto riguarda l’indice RT “siamo sotto l’uno e mezzo” anche se si tratta di dati “non ufficiali”.
Dati su cui sicuramente Giani farà leva oggi pomeriggio nella riunione convoata dal ministro Boccia accogliendo la richiesta della Confeernza delle Regioni di un incontro urgente proprio per discutere -e ridiscutere – i 21 parametri individuati dall’Iss per fotografare lo stato dell’epidemia nei vari territori e, insieme all’indice di trasmissibilità Rt, classificare le Regioni come rosse, arancioni o gialle.
All’incontro, cui parteciperanno anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, le Regioni si presentano con la proposta, condivisa anche dalla Toscana, di ridurre a 5 i parametri da valutare: rapporto tra ricoverati in rianimazione sul numero totale di posti (sia covid che non covid); tasso di occupazione dei posti letto complessivi; numero di decessi per covid; numero di tamponi effettuati (sia molecolari che antigenici); percentuale di positivi sul totale dei tamponi effettuati.
Materia di dibattito è anche lo stesso metodo di calcolo dell’indice RT, che individua il tasso di trasmissibilità del virus e quindi anche la velocità con cui si estende l’epidemia: l’Iss lo stima a partire dai casi sintomatici, la Toscana lo calcola in base al numero dei morti.
“Si tratta di un indice complesso, che dipende da tante variabili e può dare valori diversi a seconda di come lo si calcola” spiega a Novaradio Michela Baccini, docente di statistica medica all’Università di Firenze e parte del pool statistico di analisi dati sull’epidemia in Toscana: “Funziona meglio, se basato su dati stabili e comparabili tra Regioni. Al di là dei valori, rimane però fondamentale come indice dinamico, per capire il trend e come si muove l’epidemia, e andrebbe mantenuto”. Riguardo la revisione dei parametri, Baccini invita alla prudenza: “Forse 21 parametri sono eccessivi, serve più chiarezza trasparenza. Ma quelli che propone la Conferenza delle Regioni non appaiono i più adatti a monitorare la situazione e la sua evoluzione”
Un esempio? Le campagne di test a tappeto: alzano solo il numero di tamponi effettuati ma non la capacità di monitoraggio dell’epidemia se non ripetute nel tempo. “Meglio – spiega Baccini – test a campione e la promozione del cosiddetto “pool testing”: si analizzano tutti assieme i campioni di un gruppo (ad esempio gli alunni di una classe o gli impiegati di un ufficio, ndr) e solo se emergono positività allora si va ricercare quali sono i casi positivi. L’effetto è un notevole risparmio di tempo nelle analisi e dei tamponi/test da utilizzare”.
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