FIRENZE – “I 21 parametri sono stati concordati in sede di Conferenza Stato-Regioni: quindi se poi il Ministro emette un ordinanza, non è possibile che i governatori si levino a protestare contro la zona arancione o quella rossa”. Dopo giorni di polemiche e botta e risposta sulla classificazione, la Cgil Toscana dice la sua sulle polemiche e i botta e risposta che da domenica vedono confrontarsi il governatore Giani e le autorità sanitarie nazionali incrociano, dopo la “retrocessione” della Toscana in zona rossa.
“C’è bisogno di responsabilità e collaborazione istituzionale” dice a Novaradio la segretaria regionale Dalida Angelini: “Questo balletto non aiuta una situazione che è molto difficili per tanti cittadini e lavoratori. Siamo in fascia rossa? – insiste Angelini – e allora lavoriamo per migliorare la situazione”
E come? Innanzitutto, spiega la segretaria Cgil, alleggerendo il carico sugli ospedali: nuovi posti letto ma soprattutto nuovi personale – da assumere però con contratti a medio termine, almeno triennali, non conn i contratti precari adottati per la prima ondata – e rafforzare le Usca e il ruolo delle cure domiciliari, liberando forse poer le Rsa. Proprio sulle Rsa e la diffuzione della pandemia in queste strutture – 1.100 casi covid su 13.000 ospiti, e diverse centinaia di morti – la Regione dovrebbe a breve con una nuova ordinanza: la Cgil Toscana invita a riflettere sull’opportunità di rivedere il modello organizzativo: “Si può anche ammettere il mantenimento dello schema di gestione pubblico-provata, ma nelle Rsa il pubblico deve avere un maggior ruolo di controllo e possibilità di intervento”
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