FIRENZE – I piedi, con i cartelli, davanti ai cancelli e alle serrande abbassate delle centinaia di Cicoli, SMS e Case del Popolo da lunedì costrette a chiudere per effetto delle nuove regole del Dpcm di domenica scorsa: non solo interrompere le loro attività, culturali, ludiche o ricoreative, ma di abbassare il bandone tout court.
E’ la protesta, pacifica ma ferma lanciata dall’ARCI a tutti i livelli territoriali, e con la campagna #noncistiamo “Curiamo la socialità”, che da oggi corre sui social, raccogliendo le foto di tanti Circoli in mobilitazione (clicca qui per vedere alcune delle foto): un modo per segnalare la netta contrarietà ad un decreto – e delle circolare interpretativa del Viminale – che dalla sera alla mattina hanno imposto di chiudere a tutti circoli, segnalare la contraddizione di tenere aperti bar e ristoranti fino alle 18 ma non quelli dei Circoli.
L’appello di ARCI – condiviso da altre organizzazioni circolistiche come Acli e Mcl – a livello regionale è stato sposato, ripreso e rilanciato da Anci Toscana, e perfino da alcune forze di centrodestra. L‘assessore toscano al welfare Serena Spinelli ha espresso l’auspicio che le nrme possano essere riviste, e permettere quantomeno l’apertura dei bar dei Circoli per permettere loro il sostentamento economico e la sopravvivenza.
“Speriamo che si possa arrivare ad una revisione dell’interpretazione restrittiva delle norme – spiega stamani a Novaradio Jacopo Forconi, presidente Arci Firenze. Non solo perché un’altra chiusura potrebbe essere fatale per molti circoli, ma perché danneggebbe in modo pesante molti territori e comunità, dove i Circoli sono fondamentale e spesso unico punto di riferimento della socialità, in particolare nei paesi più piccoli e periferici”
>> Ascolta l’intervista integrale a Jacopo Forconi
“L’ARCI e i suoi circoli sono in mobilitazione oggi in modo assolutamento pacifico – dichiara ancora Forconi, che in riferimento alla manifestazione non autorizzata annunciata per stsasera in piazza Signoria con un volantino senza firma, aggiunge: “Non come fanno altri che si nasconodo nell’anonimato per soffiare sul fuoco della tensione e della violenza”.