TOSCANA – Dopo il crollo dovuto al lockdown, in Toscana c’è un trend di ripresa del settore edile, che risulta sia dal numero dei lavori pubblici che privati (+7,6% a luglio, +38,5% ad agosto), sia delle ore lavorate – a giugno sono ritornate ai valori del 2019 -, sia degli impieghi bancari (+2,5% ). E’ quanto rileva uno studio di Ires Toscana per la Fillea-Cgil regionale, presentato oggi a Firenze. I ribassi in appalti pubblici si sono ridotti del 4% nel 2015-19 dove si è utilizzato il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
“Un trend positivo che va colto e sostenuto” ha spiegato Gianfranco Francese, Ires Cgil: “Le opere e gli interventi per le infrastrutture e la mobilità contenute nell’allegato al Def ‘Italia Veloce’ possono generare in Toscana fino a 286mila posti di lavoro, di cui il 31% nelle costruzioni.
“Possiamo e dobbiamo sfruttare l’effetto moltiplicatore dell’edilizia, con un modello di sviluppo diverso”, afferma la segretaria toscana Giulia Bartoli, ricordando che il comparto edile “muove” ben 37 sottocategorie. “E’ indispensabile – aggiunge – attrarre investimenti e per farlo dobbiamo rivedere il sistema infrastrutturale esistente, portare a compimento le opere strategiche, far uscire dalla marginalità le aree interne sia attraverso i servizi che infrastrutture minori, ma serve anche che la Regione riprenda in mano la governance della rete stradale. “Inoltre – aggiunge – bisogna sostenere lapideo, cemento e legno delle filiere toscana, valorizzando il made in Tuscany e puntando sulle reti di impresa
Infine, ma non per ultimo, il tema delle regole e della tutela della qualità del lavoro legata agli appalti. “Abbandoniamo l’idea che la ripresa passi dalla deregolamentazione – dice Bartoli – Maggiore regolarità negli appalti vuol dire tutela dei lavoratori, applicazioni contrattuali corrette e garanzia per la committenza”.