FIRENZE – “Essere italiani presuppone l’essere antifascisti, credere nella nostra Repubblica significa credere negli ideali antifascisti e rifiutare ogni tipo di discriminazione”. Lo ha affermato Dario Nardella, sindaco di Firenze, intervenendo stamattina alle celebrazioni per la Liberazione della città, avvenuta l’11 agosto 1944.
In piazza insieme al sindaco di Firenze, rappresentanti di Anpi, della comunità Sikh, dei comuni della città metropolitana.
In occasione delle celebrazioni il sindaco ha rilanciato la proposta della Giunta comunale di dedicare ad Alessandro Sinigaglia, partigiano nero ebreo ucciso a Firenze “un luogo significativo e importante della città che sceglieremo insieme ad Anpi e alla comunità ebraica”. Sinigaglia, nome di battaglia Vittorio, “incarna tanti diversi messaggi – ha spiegato il sindaco – la discriminazione violenta contro gli ebrei, la lotta contro la libertà, l’adesione ai partigiani”.
Nardella ha anche attaccato i “tentativi di usare la libertà come un alibi per giustificare ogni forma di cancellazione della nostra storia. Penso anche a gesti a cui abbiamo assistito in questi giorni, come gli sfregi al murales dedicato al partigiano Silvano Sarti: io voglio dire a Silvano che Firenze lo proteggerà sempre, e chi ha fatto quegli sfregi è un vigliacco, non saprei come altro definirlo”.
Ad intervenire sul tema dell’antifascismo anche i due candidati alle elezioni regionali toscane: “Il nostro Pegaso scolpito sul gonfalone della Regione ci indica che i valori di libertà, di democrazia, di giustizia sociale e di uguaglianza, i valori costituzionali, ci devono ispirare in ogni comportamento, in ogni momento consentendo di far emergere sempre le posizioni migliori dalla dialettica democratica”, ha affermato Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione.
A sorpresa presente in piazza anche l’eurodeputata leghista e candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Toscana, Susanna Ceccardi che solo poche settimane a aveva definito l’antifascismo “fuorimoda”. “Era molto più difficile essere antifascisti nel 1944 dove si rischiava la vita: non ha senso usare l’antifascismo come slogan elettorale e propagandistico, però è un valore in cui tutti si devono riconoscere”, ha affermato Ceccardi. “Questa – ha spiegato – è una celebrazione che deve unire tutti gli schieramenti politici nel segno della nostra Costituzione, sarà un appuntamento fisso anche da presidente della regione”. Ascolta >>