FIRENZE – “La questione della movida riguarda tutte le città ed è una questione di ordine pubblico. Andrò al Cosp con delle proposte: il Comune di Firenze, dalle 19.30 fino all’alba, ha 50 agenti di polizia municipale. Io proporrò che ci siano altri 50 poliziotti e 50 carabinieri per garantire il controllo del territorio”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine di una conferenza stampa a Palazzo Vecchio.
Per Nardella “la responsabilità della movida è chiaro che non è dei turisti, dobbiamo cominciare a dire che è della nostra comunità: c’è la responsabilità individuale per gli adulti ma anche quella di scuola e famiglie per i giovani”. Ascolta>>
“La croce della movida – ha continuato – non me la sento di buttarla addosso agli esercenti, che stanno combattendo per non licenziare i dipendenti e con cui stiamo collaborando. I residenti però hanno ragione da vender equando si assiste a situazioni di illegalità o a problemi di pubblica sicurezza: non mi si venga però a dire che le scene di queste sere dei lacrimogeni, degli striscioni e delle urla sono un problema della movida. Lì c’è un problema di una piazza, Santo Spirito, che viene privatizzata da gente arrogante quando invece quello è un luogo pubblico e va rispettato”. Ascolta >>
Il riferimento di Nardella è all’iniziativa che venerdì scorso Firenze Antifascista ha proposto in piazza Santo Spirito per annunciare il corteo in programma sabato 4 luglio in solidarietà ai 15 manifestanti antifascisti condannati dalla Cassazione in relazione al corteo che nel 2013 a Firenze si mosse verso la sede di Casapound.
“Ci ha stupito molto sentire il sindaco dire una cosa del genere, il concetto di manifestazione è ben diverso da quello di appropriazione di luogo pubblico. Il riferimento del sindaco a questi due episodi è da irresponsabili”, afferma a Novaradio il consigliere di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi. “L’intervento di 150 membri delle forse dell’ordine non risolve il problema della movida, casomai lo sposta. Il problema è politico e infatti il sindaco quel problema non lo vuole affrontare: dobbiamo chiederci cosa offre questa città per rispondere al bisogno di socialità”, conclude Palagi.
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