TOSCANA – Sicurezza sul lavoro sì, ma non solo. Oltre alle questioni del distanziamento in fabbrica o ufficio, alle sanificazioni, alla revisione dei turni e dell’organizzazione produttiva, c’è da pensare anche ad altro: tra questo, al modello di mobilità pubblica negli spostamenti casa-lavoro, e anche più in generale ad un sistema che venga davvero incontro alle esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici in un contesto in cui la “ripartenza” non riguarderà tutto e tutti.
Ne è convinta Dalida Angelini, segretaria regionale Cgil Toscana, impegnata assieme agli altri sindacati al tavolo di concertazione sull’avvio della “fase 2” aperto dalla Regione Toscana, così come su molti “tavoli aziendali”. “Con le scuole che saranno ancora chiuse a lungo, bisogna pensare molto attentamente alla questione della conciliazione dei tempi di vita-lavoro, con particolare attenzione dalle donne”.
“Non possiamo pensare che i bambini lasciati a casa possano stare con i nonni” dice. Tanto più che proprio gli anziani sono i soggetti più a rischio e che lo stesso governo sta pensando a misure di “isolamento” prolungato per loro. Né basta quanto messo finora in campo: “Sia il bonus baby sitter che i congedi parentali sono strumenti con una durata limitata – spiega Angelini – adatti per una fase emergenziale” e non per un periodo che si preannuncia molto è più lungo come la fase 2″.
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La segretaria Cgil poi affronta anche il tema dei trasporti: “Va ripensato anche quello – dice – non possiamo pensare di dire a tutti coloro che torneranno al lavoro di usare il mezzo privato. Sia per bus, che per treni,tram e traghetti, ci vogliono spazi più ampi, ingressi contingentati, corse pi frequenti”. E ovviamente, più investimenti.
Riguardo l’emergenza sanitaria in corso e alla questione caldissima dei contagi e delle morti nelle Rsa – in Toscana 100/150 decessi a seconda delle fonti, oltre 750 anziani e 330 operatori contagiati – Angelini ribadisce la richiesta lanciata ieri dalla pagine di Repubblica perché torni pubblica la gestione di queste strutture (anche in Toscana gran parte delle 330 presenti sono gestite dai privati). Su questo, il governtore Rossi oggi ha fatto prime aperture, parlando delle necessità di rivedere i termini del “convenzionamento”: “Questa vicenda ha mostrato che ci sono state inefficienza o inadeguatezza: a bocce ferme si dovrà aprire una profonda riflessione” dice Angelini. “La Regione deve pretendere maggior controllo, anche alla luce del fatto paga ai gestori di queste strutture qualcosa come 1600 euro al mese”.