TOSCANA – Nei giorni scorsi uno studio pubblicato dalla Fondazione Einaudi, analizzando l’andamento dei dati sulla diffusione del coronavirus in 15 Regioni, ha ipotizzato un’uscita dall’emergenza sanitaria gfaduale e differenziata da Regione a Regione: per primo il Veneto a metà aprile, per ultima ad arrivare a “zeo casi” sarebbe la Toscana, nei primi di maggio.
“Difficile fare previsioni in questo momento” commenta Fabio Voeller, ricercatore dell’ARS (Agenzia regionale di Sanità) e curatore di una prima indagine sui dati toscani, che sull’ipotesi di una “più lenta” uscita della Toscana dalla fase emergenziale dice: “I dati vanno letti: quelli toscani dipendono molto dalla grande crescita nel numero di tamponi fatti a partire dal 24 marzo, che insieme alla campagna di screening sul personale ospedaliero e nelle Rsa tende a far aumentare il numero di contagi rilevati: perché siamo andati a cercare i casi più di altri”.
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“Da segnalare anche – aggiunge Voeller – che in Toscana si registra una bassa letalità (un terzo quasi rispetto alla Lombardia), un numero basso di ospedalizzazioni (33%) e un contenuto aumento dei casi da ricoverare in terapia intensiva”.
Infine commenta il dato sullo screening secondo cui a Careggi tra il personale sanitario solo il 5% è risultato positivo, in gran parte in area non-Covid: “Non sorprende, nelle aree Covid si presta più attanzione, forse meno è stata fatta nele altre aree dell’ospedale”