TOSCANA – “Non è uno sciopero ma una chiusura per mancanza di alternative”. Così Marco Princi, segretario della Faib Confsercenti Toscana, replica alle accuse di interruzione di publico servizio e di violazione delle norme sugli sciopero nei servizi pubblici essenziali, dopo l’appello alla reponsabilità del premier Conte e l’invito alla revoca dal Garante sugli sicoperi.
“Non voremmo chiudere ma è l’unica strada in alcuni casi” spiega Princi: “Gli affari sono dminuiti fino al’80-90% perchè a parte chi lavora con ci si sposta più da casa, il prezzo del petrolio è crollato e molti benzinai vendono sottocosto dovendo pagare il carburante acquistato a più caro prezzo. In più il personale al publico è particolarmente esposto al rischio, e le aziende non forniscono le mascherine di protezione”.
>>> Clicca per ascoltare l’intervista integrale a Marco Princi, Faib Toscana
La categoria non è però certo l’unica di quelle “a rischio”. Inoltre la funzione dei benzinai è strategica, un servizio imprescindibile se si pensa alla filiera del trasporto di beni e servizi essenziali in questa fase: dagli alimenti alle attrezzature sanitarie, fino al rifornimento dei medici che si recano in auto al lavoro. Non sentite la responsabilità di questo ruolo? “Ne siamo consapevoli – dice Princi – e per questo non vorremmo arrivare alla chiusura, che però sarà inevitabile se on ci saranno provvedimenti: anche le autoboitti hanno di milo ridotto il rifornimento”.
Quali dunque i provvedimenti richiesti? “Il governo (un tavolo è parto a livello nazionale ndr) convinca le aziende a sospendere i pagamenti a riattivare la filiera del rifornimento e a garantire di Dpi ai lavoratori – dice Princi a nome della Faib Toscana – e noi no saremo costretti a chiudere”.