TOSCANA – “Abbiamo difficoltà ne reperire le mascherine tecniche ad alta protezione (ffp2 e ffp3, ndr), perché la produzione è limitata ed è requisita dalla Protezione civile nazionale, che la redistribuisce secondo le priorità delle varie Regioni”. Ammette i problemi nel reperimento di alcuni dei cosiddetti “dpi” Stefania Saccardi, assessore toscana alla salute , ma spiega anche che per alcuni dispositivi non dipende dalla Regione. “Capiamo bene la situazione difficile del personale sanitario, ma ci stiamo impegnando con tutte le forze per far fronte a queste necessità”
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“Per ora riusciamo a produrre in Toscana solo le mascherine chirurgiche – dice Saccardi – e stiamo avviando la produzione toscana di camici e occhiali protettivi: il nostro impegno è massimo nel reperire i dpi e garantire la sicurezza”.
Come per le mascherine ffp2 e Ffp3, stesso discorso vale per i ventilatori destinati a trasformare il posti letto “creati” ex novo dalla Regione negli ospedali in posti letto di terapia intensiva o subintensiva. La Regione ne ha annunciati 280 in più, allestiti riorganizzando gli ospedali “vecchi” e nuovi. Allo stesso modo, sempre per venire incontro alla necessità di difendere il persone, spiega l’assessore, la Regione ha deciso di lanciare la campagna di screenig sierologico (500 mila test) a partire proprio dal personale sanitario: “Domani arriveranno i primi test, speriamo di iniziare con la prima tranche il prima possibile”
A denunciare la mancanza di mascherine e altri dpi – tute, occhiali, guanti – ieri erano state le organizzazioni sindacali delle Asl toscana Sud Est e Nord Ovest, a nome degli infermieri e degli altri operatori sanitari, che segnalano i numeri preoccupanti dei contagi tra medici e infermieri – decine anche in Toscana, e chiedono un intervento rapido alle istituzioni (Asl, Regione e governo), arrivando in alcuni casi (Usb Toscana) fino a minacciare lo stato di agitazione e la presentazione di esposti alla magistratura.
“Ci manca tutto” denuncia Maria Rosa Chiasserini, rappresentante sindacale del Nursind Asl Toscana Sud-Est: “Innanzitutto le mascherine: in alcuni casi dobbiamo usare ‘cenci’ auto-prodotti per proteggerci dal contagio. Ma servono anche tute, camici, guanti e occhiali”. “Non si tratta di polemiche o mancanza di responsabilità – aggiunge – ma di una legittima richiesta di sicurezza: quella contro il è una guerra, e non si può andare armati con le cerbottane”.
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