FIRENZE – “Chiediamo a tutti di tornare nei loro paesi, nelle loro città. Serve un atto di responsabilità. Chiederò al Governo di assumere provvedimenti in questo senso. Il contenimento è fondamentale”. E’ l’appello rivolto dal governatore Enrico Rossi alle persone che nei giorni scorsi sono giunte in Toscana dalle zone del Nord Italia poi incluse nelle “zone rosse”.
“I sindaci ci riferiscono che ieri è stata presa d’assalto l’isola d’Elba, tutta la costa toscana e anche l’Aretino da persone che vengono dalla Lombardia. Anche l’Abetone (Pistoia), da chi viene da Modena” ha detto Rossi, aggiungendo: “I dati che abbiamo ci dimostrano che i casi di Coronavirus che abbiamo in Toscana sono legati al focolaio dei primi 12 Comuni della Lombardia”.
Di qui l’invito a queste persone a “tornare a casa” a meno che no si trovino in Toscana per motivi di lavoro o di cura: “Non hanno il loro medico di base e quindi devono recarsi al pronto soccorso” rischiando di affaticare il sistema, ha detto Rossi, cheha spiegato come la Regione stia lavorando anche per “stringere” le maglie contro il fenomeno delle “fughe” dalle zone rosse, in accordo con gli albergatori toscani, che “non faranno entrare coloro che arrivano, perché, e inviteranno coloro che già sono arrivati a tornare”.
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Rossi ha anche annunciato nuove misure per rafforzare la capacità del sistema sanitario di “reggere” all’estendersi del contagio. Da oggi le strutture sanitarie toscane effettueranno il tampone test per il coronavirus a tutti coloro che dovranno essere ricoverati nei reparti ospedalieri, per qualunque motivo. “Non vogliamo che qualche contagiato ricoverato per altre patologie possa infettare interi reparti” ha spiegato Rossi. >>> Ascolta
Allo stesso modo, prosegue l’impegno della Regione Toscana nell’aumentare i posti letto a disposizione, sia di terapia intensiva che nei reparti: negli ultimi 25anni i posti di intensiva sono passati da 347 a 447. “Cercheremo di utilizzare anche le terapie intensive presenti nel privato”- ha detto – ma concentrare tutto sulle terapie intensive sarebbe un errore. Per i pazienti meno gravi vogliamo costituire dei reparti ospedalieri sigillati al virus, dei reparti ‘bolla’, per la cura del Coronavirus, che possano ospitare, complessivamente, fra le 2mila e le 3mila persone” tra posti di intensiva, subintensiva e infettivologia.