PISA – Sono sette le misure cautelari disposte dal gip di Pisa nell’ambito di un’inchiesta per corruzione condotta da carabinieri e procura: interdetti dalla professione non solo un vigile urbano e un funzionario del Comune Pisano, come già emerso, ma anche un ristoratore, due geometri e un ingegnere. Per un secondo ristorare disposto dal gip il divieto di dimora.
“La genesi dell’inchiesta è interna”, ha spiegato il procuratore di Pisa Alessandro Crini che oggi ha tenuto una conferenza stampa. Da quanto ricostruito tutto è nato nel febbraio scorso da una segnalazione della polizia municipale nei confronti del proprio agente, in servizio al nucleo centro storico e degrado, per l’ipotesi di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio: secondo l’accusa il vigile avrebbe avvisato alcuni ristoratori di piazza dei Miracoli su quando venivano effettuati i controlli. Sarebbe poi anche emerso che il vigile, ha spiegato Crini, “aveva un rapporto stretto con uno dei ristoratori, in particolar modo gli gestiva un immobile adibito a bed and breakfast ricavandone il 40% degli incassi”.
Da qui la richiesta della misura cautelare. Gli sviluppi del primo filone di inchiesta, conclusosi la scorsa estate, avrebbe poi portato i carabinieri del nucleo investigativo a scoprire episodi di corruzione che coinvolgono il funzionario comunale interdetto. “Sono almeno cinque i passaggi di denaro che abbiamo accertato – ha detto Crini – documentati con l’impiego di telecamere nascoste”.
In particolare il funzionario si sarebbe fatto consegnare direttamente nel suo ufficio ‘mazzette’, da 500 euro“per velocizzare o agevolare alcune pratiche edilizie” ha aggiunto il procuratore che ha parlato di somme pari a 500 euro aggiungendo anche che esisteva “un vero e proprio tariffario”.