FIRENZE – Un decreto di ispezione firmato dal sostituto procuratore Luigi Bocciolini, titolare di un’inchiesta aperta nel febbraio scorso, ha dato il via libera agli scavi nella ex cava di Paterno, nel comune di Vaglia, in Mugello (Firenze). Obiettivo degli uomini del corpo forestale delle Stato, coadiuvati dai tecnici dell’Arpat, una verifica sulla natura dei rifiuti stoccati nell’ex capannone della cava, un’area di quasi 3 ettari. L’inchiesta coordinata da Bocciolini portò all’iscrizione di 11 persone nel registro degli indagati con le accuse, a vario titolo, di traffico illecito di rifiuti e gestione di discariche abusive. Tra questi anche il titolare della cava e gli affittuari.
Stamani, pochi minuti dopo che la ruspa, messa a disposizione dalla Protezione civile, ha mosso la prima terra nella zona si è sparso un odore terribile che ha costretto tutte le persone presenti a indossare le mascherine di protezione. Nella ex cava, usata come stoccaggio di rifiuti da almeno 10 anni, secondo quanto appurato già a febbraio vi sarebbero oltre 1.200 ‘big bags’ di un rifiuto denominato ‘polverino 500 mesh’ (sabbie finissime, con concentrazioni elevatissime di metalli pesanti come piombo, rame, nichel e cromo), rivenduto illecitamente dopo essere stato trattato da un impianto a Massa Carrara.
Il sospetto, più volte ci sono state segnalazioni e denunce dei residenti della zona, è che possano essere stati stoccati abusivamente anche altri rifiuti speciali, in particolare dicono gli abitanti quelli provenienti dalle concerie. “Non possiamo ipotizzare cosa effettivamente c’è fino a quando non saranno effettuate le analisi da parte dei tecnici dell’Arpat” precisano gli inquirenti. Il loro arrivo stamani è stato accolto con le lacrime agli occhi da parte dei residenti, che hanno abbracciato gli uomini della forestale: “ce l’abbiamo fatta. Finalmente siete arrivati – hanno detto – Qui c’è un’altra ‘terra dei fuochi'”.