FIRENZE – “Chi decide oggi che cosa è un partito? La politica o la magistratura? Su questo punto si gioca una sfida decisiva per la democrazia italiana”. L’ex premier Matteo Renzi sceglie di usare l’artiglieria pesante stavolta per rispondere agli ultimi sviluppi dell’inchiesta della procura fiorentina sulla Fondazione Open, che per i pm sarebbe stata utilizzata come “un’articolazione di partito”. E lo fa evocando senza mezzi termini il tema del conflitto politica-magistratura. “Due giudici fiorentini – afferma Renzi su Fb – decidono che Open non è una fondazione ma un partito. E quindi cambiano le regole in modo retroattivo”.
Ieri le perquisizioni, una ventina in mezza Italia, avavano svelato che l’ex presidente della Fondazione Alberto Bianchi è indagato per finanziamento illecito dei partiti. Con la stessa accusa è indagato anche Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporti e da sempre vicinissimo a Matteo Renzi, come sostenitore politico ed economico (“Ho fiducia nella magistratura – il suo commento – so di non aver commesso reati e di aver sempre svolto i miei compiti rispettando la legge”).
“I finanziamenti alla fondazione sono tutti regolarmente tracciati” è quel che ha ripete oggi anche lo stesso Renzi, ribadendo la linea difensiva già tenuta ieri da Bianchi: “Ma se era una fondazione, come può essere finanziamento illecito a un partito?” si chiede.
Intanto anche oggi proseguono le perquisizioni disposte dalla procura nei confronti dei finanziatori di Open. Obiettivo sarebbe quello di acquisire documenti per chiarire i rapporti tra Open e i suoi finanziatori. Ieri tra gli uffici perquisiti, anche quelli dl presidente della CCIAA di Firenze LeonardoBassilichi, dei patron della Menarini Alberto e Lucia Aleotti, e del fondatore del fondo di investimento Algebris Davide Serra: nessuno di questi al momento risulta indagato
Le indagini sin qui svolte, si legge nel decreto di perquisizione, avrebbero fatto emergere “significativi intrecci” tra prestazioni professionali rese dell’ex presidente della fondazione, avvocato Alberto Bianchi, e dai suoi collaboratori, e i finanziamenti alla fondazione. Bianchi è indagato anche per traffico di influenze:
All’avvocato Bianchi vengono contestati i reati di traffico di influenze illecite e finanziamento illecito ai partiti, in relazione a denaro che avrebbe ricevuto dal gruppo di costruzioni Toto e che poi, secondo l’accusa, avrebbe versato a suo nome nella casse della fondazione di cui era presidente, mascherando in questo modo la reale provenienza. Scopo delle perquisizioni scattate ieri, inoltre, sarebbe quello di stabilire se questo presunto meccanismo sia stato replicato, magari in altre forme, con altri finanziatori.