TOSCANA – 113 femminicidi e 40 “orfani speciali” negli ultimi 10 anni in Toscana, e 10 donne che ogni giorno si presentano per la prima volta in un centro antiviolenza. Due dati, tra i tanti dell’ 11/o Rapporto sulla violenza di genere in Toscana che restituiscono il quadro di un fenomeno che rimane diffuso e preoccupante, ma che fa intravedere anche qualche segnale positivo.
Tra questi, spiegano le ricercatrici dell’Osservatorio sociale regionale che ogni anno cura il rapporto, l’aumento vertiginoso delle persone che chiedono aiuto ai centri antiviolenza: 3.500 nel 2018, contro le 1.700 di dieci anni fa. Segno che in questi anni è aumentata la consapevolezza del fenomeno. Nella stessa direzione l’aumento delle denunce per violenze psicologiche, interpretato come spia del fatto che si si riconoscono meglio i germi della violenza e si chiede aiuto prima che questa diventi fisica.
>>> Daniela Bagattini, ricercatrice Federsanità e tra le curatrici del rapporto
A preoccupare rimangono invece quei dati che raccontano la persistenza del fenomeno che vede una media di oltre 10 donne uccise ogni anno nella nostra Regione, che si annida prevalentemente tra le mura domestiche (75% dei casi) ad opera di partner o ex partner: la maggior parte delle vittime sono all’84% donne, per oltre 70% italiane, soprattutto quelle che non lavorano o non sono indipendenti dal punto di vista economico; l’aumento delle “violenza assistita” dai bambini monitorata dal Centro regionale dell’Istituto degli Innocenti: 1.800 casi lo scorso anno, rispetto ai circa 1400 del 2017 e i 1.200 nel 2016.
Per far fronte a quella che è ormai riconosciuta come un’emergenza sociale, anche la rete di aiuto e contrasto alle vittime: tra queste la rete dei centri antiviolenza, ormai saliti a 24 in tutta la regione con 99 sportelli territoriali; le case rifugio – passate negli ultimi 5 anni da 10 a 21 – che hanno ospitato solo nel 2018 151 donne e 161 bambini; la rete del “codice rosa”che quest’anno compie 10 anni di attività e che dal 2012 (quando è diventato un servizio regionale) ad oggi ha registrato oltre 21 mila accessi, di cui 14 mila donne e 1.600 bambini. “La nuova sfida – ha spiegato Vittoria Doretti, tra le ideatrici del Codice Rosa – è ora riuscire ad intercettare nuove forme di violenza, come il bullismo in line e la porno-vendetta, che colpiscono in modo particolare donne e ragazzi”.
>>> Ascolta Vittoria Doretti, ideatrice del Codice Rosa
Per sostenere queste attività e far fronte ad una richiesta crescente, sono necessarie sempre più risorse, tanto che nei giorni scorsi più associazioni che gestiscono i centri antiviolenza hanno lanciato l’allarme sull’insufficienza dei fondi. Una nuova notizia arriva proprio oggi dalla conferenza Stato-Regioni, che ha dato il via libera allo sblocco di 30 milioni di euro di risorse statali destinate proprio al finanziamento delle attività per combattere la violenza alle donne e il finanziamento dei centri.
>>> Ascolta Monica Barni, vicepresidente Regione Toscana