FIRENZE – Per le regionali in Toscana “rispetterò il percorso che il Pd farà per la ricerca del candidato unitario e se questo non ci sarà io sarò in campo per primarie che devono avvenire con dialettica, spirito propositivo, senza lacerazioni”
Dopo mesi passati a “giocare a nascondino”, tra ammissioni velate e smentite di quella che agli occhi di tutti gli osservatori politici era nei fatti una “discesa in campo” come candidato governatore, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani decide uscire allo scoperto parlando chiaro come non mai sulla sua intenzione di correre per l’investitura a candidato governatore del pd per le prossime elezioni regionali.
Non a caso le dichiarazioni di Giani arrivano all’indomani dell’annuncio dell’addio al Pd di Matteo Renzi – considerato tra i principali sostenitori della sua candidatura – e delle parole del governatore Enrico Rossi che gli ha “sbarrato il passo” invitando il Pd a cercare una candidatura alternativa a quella “rispettabile” ma “non condivisa”. Elementi, entrambi, in grado di indebolire la forza “unificante” della candidatura di Giani. Anche per questo Giani, ha tenuto a ribadire la sua appartenenza al Partito Democratico fin dalle origini: Io nel Partito democratico ci sono entrato nel momento costitutivo – ha aggiunto Giani – lo sento la mia casa e non ne esco, ci sono e ci sto estremamente convinto”.
Quello che si prospetta, dunque, è una sfida interna al Pd: “Ci sarà da un lato la corrente coordinata da Rossi e dall’altro ci sarà la candidatura Giani”. Senza mancare un stoccata: “Quando in questa corrente ci sarà un nome potrò sviluppare anche un confronto più diretto e più costante”.
Primarie che secondo Giani non devono essere vissute come un dramma: “Il Pd – dice il presidente dell’assemblea regionale – è il partito che da sempre guida il governo riformista della Regione Toscana ed è evidente che ci sia anche la necessità di una dialettica che può trovare una convergenza unitaria o articolarsi in primarie fatte bene, senza alzare muri. Poi chi vince sarà il candidato governatore del Pd – ha concluso – e chi non vince potrà partecipare alla squadra nel modo con cui il partito riuscirà a coordinare le posizioni di tutti”.