TOSCANA – L’addio di Matteo Renzi al Pd lascia spiazzati i renziani toscani e coloro che sono stati sempre vicini all’ex premier, che però scelgono la strada della prudenza: di quello che era il giglio magico, solo Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi seguono Renzi nel nuovo soggetto politico ancora senza nome, mentre personalità toscane come Luca Lotti, Lorenzo Guerini, l’ex segretario Pd toscano Dario Parrini e il capogruppo Pd Andrea Marcucci annunciano di non voler abbandonare i dem.
Anche nelle istituzioni si dicono contrari alla scissione figure come il sindaco di Firenze Dario Nardella, quello di Prato Matteo Biffoni e il presidente regionale Eugenio Giani. Del gruppo Pd in Consiglio regionale, nessuno sarebbe intenzionato a lasciare il partito per seguire Renzi, che pure conta vari fedelissimi.
Almeno per il momento: se infatti Renzi nella sua intervista oggi a Repubblica afferma che non presenterà gruppi e non correrà a livello locale almeno per un anno. In realtà molto dipenderà da quel che verrà fuori dalla Leopolda 2019 del 18-20 ottobre e dalle indicazioni che da là arriveranno per la costituzione di gruppi separati a livello locale. Per il capogruppo Pd in Consiglio regionale Leonardo Marras, “amarezza, tanta, a parte, Matteo Renzi è un grande. Le sue qualità sono indiscutibili” ma “non lo seguirò perché non condivido la sua scelta”.
“Lo considero un errore ma è una scelta che rispetto” il commento di Enrico Rossi: “La vera scommessa di questa scissione è di occupare uno spazio politico al centro costruendo una forza di ispirazione liberale, con cui il Pd dovrà essere alleato”.
Non molto dissimile il pensiero espresso dall’assessore regionale Stefania Saccardi, che pur ribadendo la sua permanenza nel Pd rivolge a Renzi l’augurio di “in bocca al lupo”, si dice convinta che l’addio dell’ex premier non si ponga in contrapposizione al Pd ma ha l’intento di allargare il fronte del centrosinistra contro Salvini e contro i populismi. Spero che l’esperimento riesca.