FIRENZE – Regionali toscane 2020, la componente zingarettiana del pd toscano apre all’ipotesi di un’intesa tra Pd e M5s, seppur a patto di “cambio di atteggiamento” dei pentastellati, assai più prudente il sindaco di Firenze Dario Nardella.
All’indomani dei reciproci segnali di dialogo Zingaretti-Di Maio che potrebbero concretizzarsi in quello che è stato chiamato un “patto civico” per le regionali in Umbri, la questione anima il dibattito anche in Toscana, dove però le posizioni appaiono ancora molto distanti:
“C’è un nuovo scenario politico e il Pd ha il dovere di confrontarsi ma senza automatismi – dice stamani a Novaradio Alessandra Nardini, consigliera regionale Pd di fede zingarettiana – bisogna partire dai temi, e vedere se il M5s è disposto a rivedere alcune delle posizioni ad esempio su infrastrutture e energia”. Riguardo l’ipotesi di una scissione di Matteo Renzi e dei suoi fedeli, duro il commento: “Sarebbe un atto di gravissima irresponsabilità, le divisioni non sono mai consensuali, serve però maggior chiarezza”: “In un partito – scandisce – si lotta perché le proprie idee possano diventare maggioranza, ora c’è bisogno di tutto tranne che di divisioni”.
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Più scettico sull’intesa rosso-gialla in Toscana invece il sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Credo che le alleanze si costruiscano sui fatti, sulle cose concrete. Mi sembra prematuro fare una previsione”. Nardella è poi tornato su un altro tema che agita il Pd toscano: l’assenza di toscani nel governo Conte bis. “Non è questione di reclamare poltrone ma attenzione sì – ha detto – abbiamo un’agenda per Firenze e la Toscana molto chiara, il Governo dovrà stare molto attento alla Toscana, e dovrà fare di tutto per dimostrare che tiene a quella regione dove il Pd è arrivato primo partito. Se non si danno risposte a quei territori che portano consenso e energia al Pd” si fa “un errore grave”.
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Risposte come ad esempio quella arrivata nelle ultime ore dal ministro della cultura Franceschini, che dopo aver sospeso l’attuazione della riforma dei musei Bonisoli, ha fatto dietrofront anche sull’aeroporto, firmando il ricorso al Consiglio di Stato per ottenere il vai libera al nuovo masterplan di Peretola.