FIRENZE – Leonardo Da Vinci interpretato come il genio della stirpe italica, strumentalizzato e decontestualizzato dalla propaganda del regime fascista. È questo il tema al centro dell’incontro tra arte e storia in programma questo venerdì alle 21.00 nel giardino del Museo Casa Siviero.
“Il Razzismo e il Rinascimento – La Difesa della Razza, interpretazioni fasciste di Leonardo Da Vinci” è il titolo dell’appuntamento, ad ingresso gratuito , durante il quale Alessia Cecconi, direttrice della Fondazione Cdse e Marta Baiardi dell’ISRT (Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea) ripercorreranno i momenti salienti dell’uso, e dell’abuso, che il regime fece dell’artista.
All’incontro seguirà una visita guidata alla mostra aperta fino al 29 settembre al museo intitolata “Il Leonardo di Giorgio Castelfranco e il culto del genio nel Novecento” allestita all’interno del Museo, un tempo dimora dello storico dell’arte e leonardista Giorgio Castelfranco.
Il regime fece dello scienziato e artista un simbolo nazionalistico, celebrato nella grande mostra di Milano del 1939, ed esaltato negli articoli dedicati su La Difesa della Razza. Fra il 1938 e il 1940 l’esaltazione di Leonardo divenne di fatto una moda e mania collettiva che fu cavalcata anche dalle frange più estreme del regime. Si arrivò a ipotizzare anche un Leonardo pittore razzista, sulla base di un’analisi del Cenacolo improntata alla presunta diligenza leonardiana nell’aver riprodotto nei volti degli apostoli caratteri somatici “biologicamente” ebraici.
L’accurata ricerca sul culto di Leonardo nel Novecento ha dato vita alla mostra documentaria allestita a Casa Siviero, che ricostruisce prima il Leonardo emblema del roboante orgoglio nazionalistico del regime fascista e poi la restituzione alla verità di scienziato e inventore anche grazie a Giorgio Castelfranc e alla grande mostra didattica – dal carattere fortemente divulgativo – da lui organizzata nel 1952 a Roma, una sorta di pietra miliare della cultura espositiva.