FIRENZE – Centinaia di persone fin dalla mattina si sono messe in fila nel cortile di Palazzo Vecchio per l’addio al regista, sceneggiatore e scenografo. Il feretro di Zeffirelli è arrivato intorno alle 11 da Roma, accompagnato dai due figli adottivi Pippo e Luciano, e accolto dal sindaco Dario Nardella e dal prefetto Laura Lega. La bara, su cui è stata deposta una bandiera della Fiorentina, è stata collocata nel Salone dei 500 salutata dallo squillo delle chiarine: in sottofondo, le note cantate da Maria Callas, amatissima da Zeffirelli.
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La camera ardente rimarrà aperta fino alle 23 di stasera. Domani alle 11 i funerali nella cattedrale di santa Maria del Fiore – onore riservato a due soli laici prima di lui, Giorgio La Pira e Mario Luzi. Nell’occasione il Comune ha proclamato il lutto cittadino, con bandiere a mezz’asta e annullamento delle iniziative istituzionali, e invita i commercianti ad abbassare le serrande qualche minuto intorno alle 11, e ad osservare un minuto di silenzio in tutti gli eventi pubblici e culturali.
“Lui amava tantissimo Firenze, avrebbe voluto tornare, e oggi lo accogliamo a braccia aperte” ha detto il sindaco Nardella, parlando anche del futuro della Fondazione Zeffirelli, dal 2017 ospitata nel palazzo San Firenze: “Sarà un po’ memoriale di Zeffirelli – ma vogliamo che cresca guardando alla nuove generazioni. Sarebbe bello che lo Stato, le istituzioni della cultura, la Siae, sostenessero il progetto di una scuola delle arti e dello spettacolo intitolata a Zeffirelli”.
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E la figura di Zeffirelli, anche dopo la morte, continua a dividere. Motivo delle polemiche è il rinvio deciso dal Comune della seduta di insediamento del Consiglio Comunale in programma oggi. Una decisione “incomprensibile” per i consiglieri comunali del gruppo Sinistra progetto comune, Antonella Bundu e Dmitrij Palagi: “Un fatto simile non si è mai verificato prima di oggi, nemmeno quando c’erano le esequie dei Partigiani e anche di recente, le camere ardenti sono state allestite nella Sala d’Armi, non nel Salone dei Cinquecento”. “Il rinvio della prima seduta del Consiglio comunale potrebbe non rispettare l’art. 40 del Testo Unico degli enti locali e, a voler pensar male, potrebbe essere il modo individuato dalla maggioranza, vista la litigiosità al suo interno, per prendere tempo sulla scelta della presidenza del Consiglio”.