Etichetta: Tarmac
Distribuzione: Sony
Promozione: Fleisch Agency
Uscita: 10maggio 2019
Breve conversazione sul letto a tre piazze dello strizzacervelli…parte 1
– Buongiorno, cominciamo dal titolo. Cosa vuol dire?
– “Winston Smith” è il nome del protagonista di 1984. Ed è anche un gioco di pronuncia sul Mito dei The Winstons: “The Winston’s Myth”. Ma questi son solo inutili dettagli. Il metodo per fare le cose è quello di non pensare troppo. La libertà d’azione è l’unico che fa stare bene, e il rapporto umano è l’unica preziosa scuola compositiva. Alcuni definiscono questa attitudine Rock’nRoll. Altri semplicemente “vita”.
– Diteci, signori Winstons, che disco è Smith?
– Ci siamo trovati dopo alcune session londinesi in quello che fu l’home studio di Mike Oldfield nel Buckinghamshire e altri studi sparsi per il nord Italia con talmente tanto materiale da ipotizzare un disco doppio. Dopo un lungo tentativo di organizzazione abbiamo ascoltato tutto e abbiamo optato per un lavoro unico che rappresentasse al meglio la band hic et nunc. Solo ora che il disco è finito, missato dal super Tommaso Colliva in stato di grazia, abbiamo capito cosa abbiamo in mano e cosa stiamo per consegnare alla gente.
The Winsons sono un power trio di fuoriclasse: basso, batteria, tastiere e voci dedito alla psichedelia e al culto dell’anarchia ancestrale. Forse i loro nomi non vi diranno molto, se non la marca di sigarette ma le loro facce hanno comunque un che di familiare. Enrico Winston (Enrico Gabbrielli), Rob Winston (Roberto Dellera) e Linnon Winston (Lino Gitto) hanno trovato la sintonia perfetta in una nuvola fumosa di sonorità psico-jazz-garage, che con sensibilità contemporanea omaggiano il progressive rock inglese. Ed è negli acquitrini maleodoranti del prog che navigano, non curanti dello sporco che resta addosso ai vestiti. E chissenefrega, tanto lo sporco nel rock’n’roll diventa puro stile… I loro grandi templi non sono lontani dal pianeta Gong: si stagliano nell’orizzonte di una Canterbury distrutta, a destra dalla tomba di Hugh Hopper dei Soft Machine e a sinistra di quella di Kevin Ayers. Nel 2015 il primo omonimo album “The Winstons”, seguito nel 2016 dal singolo “Golden Brown/Black Shopping Bag” rilasciato anche in uno stilosissiomo 45 giri. Ora è la volta di “Smith”.