TOSCANA – E’ finita con un licenziamento in tronco la carriera in Regione Toscana di Monica Calamai, superdirigente a capo dell’assessorato del diritto alla salute, e prima alla guida della Asl Toscana centro e dell’azienda ospedaliera di Careggi.
A lungo definita la “zarina” della sanità per il piglio decisionista e l’abitudine a fare affidamento su gruppo di fedeli collaboratori, è stata silurata ieri dal governatore Enrico Rossi, che ha annunciato al suo posto l’arrivo di Carlo Tomassini, già direttore della Auo pisana.
Fatale per Calamai la notizia di alcune settimane fa di aver presentato la propria candidatura come dirigente della sanità della Regione Lazio, ma secondo alcune indiscrezioni giornalistiche Calamai si sarebbe proposta anche in altre Regioni. Circostanza che, spiega Rossi in una nota ha “determinato una situazione di incertezza e ha minato l’autorevolezza e l’affidabilità degli atti e delle strategie della direzione del dipartimento”.
In ogni caso negli ultimi mesi l’azione della Calamai era stata oggetto di attenzione e critiche per i rapporti non semplici con parte della dirigenza regionale e riguardo l’applicazione della riforma della sanità regionale.
All’attacco le opposizioni: “Della Calamai non ricorderemo molto se non il fatto che dove è stata ha generato conflitti, strascichi e veleni” commenta il consigliere regionale FdI Paolo Marcheschi, secondo cui il duo Rossi-Saccardi, “loro sì, saranno ricordati per aver prodotto i cinque anni più terribili della storia della sanità toscana”.
“Rossi venga a riferire in aula su quello che sta succedendo, rispetto a tutte le problematiche della sanità che sta mostrando molte falle” la richiesta del consigliere del Movimento 5 Stelle, Andrea Quartini: “La Toscana ha sì bisogno di stabilità, ma Rossi mentre dice vogliamo stabilità sta rendendo instabile tutta la Regione”.