VICCHIO (FI) – “So che non renderemo mai l’infanzia alle vittime del Forteto, ma lo Stato chiede scusa, anche se dopo 40 anni, e farà tutto il possibile perché si faccia giustizia”. Il primo storico “mea culpa” del governo per la vicenda degli abusi alla comunità del supposto “profeta” Rodolfo Fiesoli e dei suoi accoliti lo ha pronunciato il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, che ieri è stato in visita alla sede della cooperativa agricola a Vicchio (FI), dove ha incontrato il commissario Jacopo Marzetti e alcune delle vittime.
“Quello che è incredibile nella vicenda del Forteto – ha detto Bonafede – è che era il tribunale che accompagnava le vittime al Forteto sulla soglia del cancello dell’inferno e le faceva entrare”. “Posso dire che le porte di quell’inferno sono state chiuse” ha aggiungo, precisando però che “c’è ancora da lavorare molto per fare piena luce”.
Il lavoro del commissario, partito in sordina e non senza difficoltà, ora sta procedendo speditamente: “La fondazione Il Forteto sarà sciolta entro 50 giorni” ha annunciato Marzetti, mentre riguardo la cooperativa agricola, Marzetti ha detto di aver scritto ai sindacati “per chiedere di mandare giovani che vogliono lavorare per il bene di questa realtà produttiva importante”. Viceversa, i condannati nella vicenda giudiziaria sono stati esclusi, 4 hanno presentato dimissioni volontarie e su altri 4 sono in corso approfondimenti.
“Una giornata emozionante” è anche quella di cui ha parlato ai microfoni di Novaradio Sergio Pietracito, presidente dell’associazione delle vittime del Forteto, presente all’incontro, che ha elogiando il lavoro fin qui svolto dal commissario.
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Intanto si muove anche il fronte giudiziario: lLa legge per la commissione bicamerale d’inchiesta intanto ha concluso il suo iter con la firma del Capo dello Stato, e la prossima settimana inizierà i lavori. Nel frattempo arriva la notizia che “tra gli ultimi atti della vecchia gestione del Forteto figura una querela” contro Stefano Mugnai, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera e già membro e presidente della commissione regionale d’indagine sul Forteto. “Questa querela – ha commentato – non è che il colpo di coda un castello degli orrori che sente di crollare. La prendo come una attestazione di merito”.