FIRENZE – “Cambiare si deve, cambiare si può”. Di fronte a circa 400 persone – compresi decine di rappresentanti leghisti nelle istituzioni e loro staff amministrativi – radunate davanti al palco allestito in una una piazza dei Tigli presidiata da un centinaio tra poliziotti, carabinieri e vigili urbani e agenti Digos in borghese, è andato in scena l’atteso primo comizio fiorentino di Matteo Salvini di questa campagna elettorale. Atteso anche perché è stata la “prima uscita” pubblica per i candidati del centrodestra nelle città capoluogo: il manager Ubaldo Bocci a Firenze, Daniele Spada a Prato e Andrea Romiti.
Rispetto alle migliaia riunite da Salvini in piazza Santa Croce un anno fa, piazza dei Tigli semi-deserta è un confronto impietoso: ma è un lunedì mattina lavorativo, e Salvini saluta calorosamente le persone accorse. “Noi diamo la possibilità di scelta: dopo decenni i fiorentini hanno finalmente un candidato che può vincere” scandisce dal palco, toccando poi alcuni dei leitmotiv leghisti: la riduzione degli sbarchi di migranti, i fondi per la sicurezza nelle città, il “prima agli italiani” nell’assegnazione delle case popolari. “L’anno prossimo – aggiunge poi guardando alle regionali del 2020 – mandiamo a casa Enrico Rossi, che ne ha combinate più di Bertoldo”.
Di fronte agli altoparlanti sparati a tutto volume, quella parte dell’Isolotto che non condivide gli appelli securitari, gli allarmismi xenofobi e la retorica del “prima gli italiani” si affida soprattutto alla protesta silenziosa delle bandiere arcobaleno e degli striscioni che compaiono appese ai balconi delle case: “Accoglienza per tutti”, “Firenze aperta ai migranti”, “Firenze non si lega”, “No al governo della cattiveria”,. O come quello che recita La paura e l’insicurezza svaniscono in un quartiere coeso, solidale ed inclusivo… Il nostro!!! Q4″. Davanti alle case, una decina di persone, soprattutto donne, intona “Bella Ciao” e fischia il comizio, dall’altra parte un altro gruppetto di ragazzi e ragazze con le spillette di “Non una di meno” espone il cartello “Vergogna”.
Intorno al palco c’è lo stato maggiore toscano (presente e passato) no solo leghista, ma anche degli altri partiti del centro-destra: a parlare si alternano, tra gli altri Francesco Torselli (Fdi) a Marco Stella (FI), e brevemente anche la sindaca di Cascina Susanna Ceccardi (Lega). Poi è la volta dei candidati sindaco: Ubaldo Bocci, finalmente sorridente e rilassato parla già come “sindaco di Firenze” e elenca 3 parole d’ordine: “cambiamento, concretezza, visione”. Nel mirino dell critiche soprattutto una tramvia e una ztl troppo “invasiva” e la mancanza di parcheggi. >>> Ascolta Ubaldo Bocci
Andrea Romiti, esponente FdI candidato sindaco a Livorno è partito dalla crisi del lavoro e attaccato l’amministrazione grillina, mentre Daniele Spada, dirigente Confcommercio candidato dal centrodestra a Prato, ha richiamato il problema dell’immigrazione cinese per scandire le priorità: “ordine, decoro e sicurezza”. E sulla manifestazione di Forza Nuova a Prato, dice: “Siamo aperti a tutti, bena ha fatto il prefetto ad autorizzare la manifestazione”. >>> Ascolta Daniele Spada