FIRENZE – È la prima “Boîte en-valise”(scatola in valigia), quella realizzata per Peggy Guggenheim nel 1941, l’opera di Marcel Duchamp che verrà restaurata dall’Opificio delle pietre dure di Firenze.
La “scatola” è la prima di 20 e contiene le riproduzioni di tutte le 69 opere realizzate dall’artista fino a quel momento: da Fontana, al Grande Vetro, dal Nudo che scende le scale a L.H.O.O.Q. (La Gioconda con i baffi).
Il restauro dell’opera, che arriva dalla Collezione Guggenheim di Venezia, impiegherà 6 persone del dipartimento materiali cartacei, fotografie e pergamene a tempo pieno fino a settembre, dopo di ché tornerà a Venezia dove resterà in mostra completamente aperta per 3 mesi.
“Una collaborazione che con il Guggenheim è iniziata nel 2014 con un dipinto di Pollock e adesso continua con Duchamp” ha detto Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio. “Restauri come questi ribadiscono l’importanza dell’Opificio anche nell’ambito del contemporaneo: il nostro obiettivo, anche in quest campo complesso, è sviluppare strumenti innovativi per il restauro e disseminare poi questo sapere nel mondo”.
Il restauro della scatola si presenta “piuttosto complicato”, spiega Letizia Montalbano, Direttore tecnico del settore materiali cartacei, “ad essere rovinata è soprattutto la struttura dell’opera, altre criticità si ritrovano poi nei materiali plastici e cartacei”.