FIRENZE – “Il segretario regionale del Pd Simona Bonafé non è in discussione ma deve cambiare linea politica”. Dopo la netta vittoria anche in Toscana di Nicola Zingaretti nelle primarie per la segreteria – 61,7% il risultato finale, e oltre il 62% a Firenze – gli zingarettiani toscani alzano la voce e chiedono all’establishment renziano di contare nelle scelte del partito, a partire da quelle sulle prossime europee e comunali.
“Un approccio non più autosufficiente e autoreferenziale” è quello che chiede il sindaco di Campi Emiliano Fossi. “Basta con i partito degli amministratori – dice lex renizianissima e ora zingarettiana Rosa Maria di Giorgi – vogliamo che le decisioni importanti per la Toscana, anche a livello cittadino e provinciale, vengano prese nelle sedi politiche: oggi vengono prese dai sindaci e poi comunicate ai gruppi consiliari”. Obiettivo sono le liste dei candidati per i prossimi appuntamenti elettorali.
Un ragionamento che per Mirko Dormentoni, zingarettiano presidente del quartier dell’Isolotto Legnaia, deve estendersi alle liste per le circoscrizioni e del consiglio comunale. “Nardella deve aprirsi al contributo esterno, a sinistra e alla società civile, a maggior ragione visto che a sinistra c’è una arcipelago di sigle con un candidato autonomo. Niente manuale Cencelli o bilancino, si parta dai temi: eguaglianza, equità sociale, lavoro, scuola e cultura”.
>>> Ascolta l’intervista a Mirko Dormentoni, presidente Quartiere 4 Firenze
“Nessuno di farà le liste come sono state fatte per le ultime politiche, con due persone chiuse in una stanza” attacca la consigliera regionale Alessandra Nardini. “E’ ora di farla finita di scegliere i più fedeli, si scelgano i migliori” dice l’ex deputato renziano Federico Gelli, possibile candidato governatore nel 2020 degli zingarettiani.