TOSCANA – “La pseudo riforma del regionalismo differenziato avrà degli effetti devastanti sul servizio sanitario nazionale. Non solo si allargherà la forbice tra Regioni ricche e Regioni povere, ma anche all’interno di una singola Regione i ricchi staranno sempre meglio e i poveri sempre peggio”. Così Paolo Sarti (Sì Toscana a sinistra) presentando oggi il convegno ‘Regionalismo differenziato – Colpo finale al Sistema sanitario nazionale’, in programma il 16 febbraio nella sede dell’Assemblea toscana.
L’incontro servirà a fare il punto sugli effetti sulla sanità del regionalismo differenziato, la maggior autonomia che la Toscana, tra le altre Regioni, chiede al Governo. Una riforma che, per Sarti, porterà a “Regioni di serie A e di serie B, con l’impulso ad una maggiore privatizzazione”. Per l’esponente di Sì Toscana, “tra gli effetti che rischiano di abbattersi sulla Toscana, ci può essere anche un boom di pazienti in arrivo da altre Regioni. Ma la cosa più grave resta che le Regioni saranno costrette a ricorrere ancora di più al privato e questo ammazza il servizio pubblico, anche in Toscana, dove già abbiamo assistito a larghe privatizzazioni”. >>> Ascolta
“Con questa riforma le Regioni pensano di poter ovviare al problema della riduzione delle risorse per attività e assunzioni che tutti i passati governi hanno messo in atto – fa otare Gianluigi Triani, ex dg dell’Auo di Careggi – ma l’esperienza mostra che questi obiettivi può perseguirli solo lo Stato a livello nazionale, e che ogni spinta verso l’autonomia regionale si è tradotta in un aggravio di costi. “Questa riforma – conclude – rischia di costare ai molti, non solo ai più poveri ma anche alla classe media e ai professionisti”. >>> Ascolta