TOSCANA – Pronto il ricorso a della Regione Toscana alla corte costituzionale: la decisione sarà approvata oggi in giunta, e subito dopo sarà presentata dal presidente regionale Enrico Rossi, in appoggio alla battaglia annunciata da alcuni sindaci contro il rischio svuotamento dei centri di accoglienza dai richiedenti asilo umanitario.
“Fanno bene a ribellarsi ad una legge disumana che mette sulla strada decine di migliaia di persone che così diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalità organizzata, aumentando l’insicurezza”. Nel frattempo i migranti e tutti coloro che hanno bisogno continueranno almeno in Toscana ad essere tutelati, ha spiegato Rossi ricordando di aver presentato una proposta di legge che destina 2 milioni per garantire a tutti in Toscana il diritto alle cure, all’istruzione, ad una dimora e un pasto.
Rossi è ormai da giorni impegnato in uno scambio di battute al vetriolo con il ministro degli interni Salvini, e lo sfida ad un confronto pubblico che sa di duello: “Dove vuole e quando vuole, per dimostrare ai toscani e agli italiani cosa lei e cosa io abbiamo fatto fino ad ora per sostenere le persone in difficoltà e per la sanità pubblica”.
A Rossi l’appoggio, benché cauto del sindaco di Firenze Dario Nardella. “Vediamo le motivazioni giuridiche del ricorso, bene opporsi in modo legale ma dobbiamo predisporre azioni comuni” ha detto oggi, dopo aver incontrato le associazioni, i sindacati e il terzo settore al tavolo convocato per limitare i danni del decreto. Tra le iniziative decise, l’avvio di una mappatura completa delle persone che rischiano di rimanere in strada, creare un canale con il prefetto assieme agli altri sindaci dell’area metropolitana, e cercare di impedire che, per effetto dei nuovi criteri di assegnazione dei permessi, si crei un mega CAS per no generare tensioni con le comunità locali. “Firenze propone un modello non ideologico e concreto, che spero anche altri comuni adottino”.