FIRENZE – Al Teatro Niccolini nell’ambito del Festival d’Autunno 2018 / Progetto d’Area Metropolitana, stasera e domani, ore 21, arriva “Il giardino dei ciliegi. Trent’anni di felicità in comodato d’uso” della giovane compagnia bolognese Kepler-452.
Una produzione ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, che rilegge il dramma di Čechov in chiave contemporanea attraverso una storia vera: ad interpretare Ljuba e Gaev, i due proprietari terrieri nella Russia prerivoluzionaria caduti in rovina, sono infatti Giuliano e Annalisa Bianchi, il loro “Giardino dei Ciliegi” è la colonica che per trent’anni hanno avuto in comodato d’uso gratuito dal Comune nella periferia di Bologna. A sfrattarli non è Lopachin, l’ex-servo della gleba arricchito, rappresentante della borghesia in ascesa, ma il comune stesso, in coincidenza con la contruzione in quella zona della città del grande parco a tema agroalimentare ‘Fico’.
Il centro del dramma è la scomparsa di questo luogo, profondamente impregnato delle vite di chi lo abita e lo spettacolo unisce la storia dell’incontro dei Kepler-452 con Annalisa e Giuliano Bianchi e quella del loro sfratto alle parole di Čechov. In scena oltre ai due ‘non attori Paola Aiello, Nicola Borghesi, Lodovico “Lodo” Guenzi, il cantante de Lo Stato Sociale, regia dello stesso Borghesi. Dopo la prima, i Kepler-452 e Lodo Guenzi offrono ai soli possessori di biglietto della data del 13 un dj set-silent disco.
“Tra i moltissimi incontri che abbiamo fatto nel corso della nostra indagine – raccontano Nicola Borghesi, Paola Aiello ed Enrico Baraldi − ce ne è stato uno che ha cambiato definitivamente il corso delle prove e, inaspettatamente, delle nostre vite: quello con Giuliano e Annalisa Bianchi. Nella loro casa per trent’anni si sono occupati di due attività principali: il controllo della popolazione dei piccioni e l’accoglienza di animali esotici o pericolosi. Si attiva così un ménage strano, marginale, meraviglioso: convivono in casa Bianchi babbuini, carcerati ex 41-bis in borsa lavoro, una famiglia rom ospite, boa constrictor. Trent’anni, come ci dicono Giuliano e Annalisa, di pura felicità.” “Abbiamo trascorso molto tempo con i Bianchi – concludono Aiello, Baraldi, Borghesi – cercando di capire che cosa fosse successo e quale sia la loro posizione rispetto alla vicenda che li ha travolti, provando a innamorarsi senza perdere la lucidità. Dopo un lungo corteggiamento siamo riusciti a convincerli ad andare in scena, a vestire i panni di Ljuba e Gaev e a rappresentare, insieme a noi, la storia dello sgombero e del loro incontro.”
>> Ascolta l’intervista a Nicola Borghesi, ospite per News Box <<