FIRENZE – “Sono qui a fare questa lezione anche con un po’ di nostalgia, ma devo stare attento a parlare perché altrimenti lo spread rischia di salire”. Ha scelto una battuta il premier Giuseppe Conte per sciogliere il ghiaccio della sua prima visita Firenze dalla nomina a presidente del consiglio.
Conte stamani è arrivato al Polo delle scienze sociali di Novoli in quella che fino a maggio scorso è stata la sua facoltà, per una lezione agli studenti. E così per un’ora è tornato a vestire i panni formali del docente di diritto per una lezione – molto tecnica – sul ‘Processo di neo-costituzionalizzazione del diritto privato nel contesto della tutela multilivello dei diritti e delle libertà fondamentali in Europa’, al termine della quale si è intrattenuto a lungo con i suoi ex studenti per il rito dei selfie e con gli ex colleghi – tra questi anche la costituzionalista Ginevra Cerrina Feroni, indicata tra possibile futura candidata a sindaco di Firenze per il centrodestra.
Incrociando i cronisti, Conte ha opposto un “no comment” alle domande sulle presunte irregolarità del concorso da ordinario vinto da Conte nel 2002, mentre ha parlato di economia e rapporto con la Ue: “Confidiamo che la crescita sarà sicuramente superiore alle previsioni del Fmi” ha detto, aggiungendo: “Andremo in Europa a spiegare la manovra, confido che non ci siano toni un po’ agitati da nessuna parte” ha aggiunto, annunciando che domani si riunirà a Roma la “cabina di regia per gli investimenti”.
Nel pomeriggio Conte è giunto all’Accademia della Crusca a Firenze, per la prima visita di un presidente del consiglio nella sede della prestigiosa istituzione alla villa medicea di Castello. Conte ha tenuto una relazione sul tema ‘Lingua e diritto’: “La mia presenza qui – ha detto – è un doveroso omaggio a una grandissima istituzione che vanta una lunga storia secolare” e “anche un doveroso omaggio alla lingua italiana”. “La sua presenza qui – ha detto Ricevuto dal presidente della Crusca, Claudio Marazzini – ci fa sperare nel sostegno pieno del suo governo” all’uso della lingua italiana “nel quadro di una politica linguistica nazionale che spesso è stata carente e contraddittoria”.
Tra i presenti, anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che proprio al premier e al ministro del in queste ore ha indirizzato una petizione sulla sicurezza sottoscritta da 900 amministratori locali e cittadini che chiede al governo un rafforzamento della presenza delle forze di polizia nelle città, certezza dell’esecuzione della pena, obbligo di lavori socialmente utili, nuova politica carceraria, istituzione di un fondo speciale per la rigenerazione urbana. “Sono necessarie – ha detto Nardella – misure immediatamente idonee a produrre risultati tangibili per il miglioramento della nostra vita”.