ROMA – Siglato nella notte al Ministero dello sviluppo economico dopo lunghe ore di strenua trattativa l‘accordo tra Bekaert e sindacati su piano sociale e nuovi ammortizzatori per i dipendenti dello stabilimento di Figline Valdarno (Firenze) della multinazionale belga per i quali a giugno scorso è stata attivata la procedura di licenziamento collettivo per cessazione.
Soddisfatti i sindacati: “La determinazione del sindacato dei lavoratori e di un intera comunità ha pagato – ha affermato Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze, commentando l’accordo raggiunto – la solidarietà ha vinto. Speriamo che la vicenda diventi un esempio di come grazie all’unione dei lavoratori non sempre le multinazionali fanno quello che vogliono”.
Secondo quanto spiegato dalla Bekaert, il piano “prevede una pluralità di strumenti, incentivi e attività finalizzati alla reindustrializzazione del sito e al ricollocamento dei lavoratori.
In particolare è stata garantita, spiegano i sindacati, l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per cessazione (reintrodotta dal governo con il recente “decreto Genova”) per tutti i 318 lavoratori, che scatterà dal 1° gennaio 2019. Riguardo agli incentivi alla reindustrializzazione, a chi rileverà l’azienda sarà accordato uno sconto sul costo dell’acquisto dello stabilimento, paria a 40 mila euro per ognuno dei vecchi dipendenti che deciderà di riassumere.
I sindacati hanno ottenuto anche che lo stabilimento non chiuda i battenti come prevedeva Bekaert, ma la produzione continuerà a piena occupazione fino al 31 dicembre, dopodiché scatterà la prevista cassa integrazione a scaglioni. L’accordo sarà sottoposto al voto dei lavoratori nei prossimi giorni, mentre già oggi verrà illustrato ai dipendenti in un’assemblea convocata in azienda.