PRATO – Sono le opere di Merz e Acconci, Pistoletto e Kapoor, Mapplethorpe e Araki, e poi una grande mole di fatti, dati statistici, aneddoti e ricordi a ripercorrere le vicende del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato nella mostra “Il museo immaginato. Storie da trent’anni di Centro Pecci”, in programma fino al 25 giugno in occasione del 30° compleanno del museo.
“Più che una celebrazione – ha spiegato la nuova direttrice del centro, Cristiana Perrella – si tratta di un racconto in forma di autofiction, in cui la realtà di quanto accaduto si alterna a una visione immaginativa del museo che reinterpreta e configura il passato alla luce della sensibilità del presente, proiettandolo in un futuro possibile”.
La mostra ripercorre le vicende che ne hanno segnato la storia – a partire dall’iniziativa di Enrico Pecci, industriale tessile pratese, che immagina il museo come dono alla città in memoria di suo figlio Luigi, trovando pronta risposta e collaborazione nel Comune di Prato e in altri imprenditori e cittadini – ed è composta da tre elementi principali. Il primo, una timeline disegnata dallo studio grafico Sara De Bondt, racconta la successione di mostre, concerti, rassegne, festival, laboratori, talk ospitati dal museo in questi tre decenni e offre l’opportunità di mappare una sorta di Dna del museo attraverso materiali variegati: video, foto, documenti, tracce audio, poster, opere. Il secondo elemento parte dall’analisi, sia statistica che semantica, dei dati dell’archivio, elaborati insieme al laboratorio MoSIS (Modelli e Sistemi Informativi Statistici) del PIN, Polo Universitario Città di Prato, e traccia una storia parallela e a tratti imprevista del museo. Un racconto fatto di numeri. Infine le opere che hanno segnato il percorso del museo e che sono state acquistate per la collezione: da Burri a Fontana, passando per Pistoletto e Kapoor.
In occasione delle celebrazioni del trentennale anche una serie di eventi multidisciplinari: la mostra “Codice Colore, opere dalla collezione di Alessandro Grassi” (fino al 2 dicembre); la performance di Kinkaleri dal titolo “Otto” (attivata ogni venerdì e domenica fino al 21 ottobre); “Raid”, una nuova performance di Marcello Maloberti, commissionata dal Centro Pecci in occasione della Giornata del Contemporaneo del 3 ottobre, e a novembre “The Second Summer of Love”, una serie di film d’artista che racconta un altro anniversario riferito al 1988, quello dell’esplosione di musica elettronica e giovanile.