FIRENZE – “Pensano di essersi liberati di me, ma si sbagliano”. L’ex segretario Pd e ex premier, Matteo Renzi davanti al pubblico di 1200 persone accorse ad ascoltarlo alla festa dell’Unità di Firenze (tra loro molti politici e amministratori locali), punta tutto su tre temi: la critica al governo giallo-verde (“Hanno scommesso che sulla paura si potesse governare l’Italia”) , l’invito all’unità del partito in vista del congresso (“Facciamola finita con le polemiche interne”), e la promessa di un suo costante impegno anche se – per ora – dalle retrovie (“non lascio la politica a chi pensa sia un prolungamento di facebook”).
E nella serata delle Cascine, Renzi appare anche essere riuscito nella ricucitura dello strappo tra renziani ortodossi e renziani delusi, incoronando egli stesso la nuova candidata “unitaria” alla segreteria del Pd, l’europarlamentare Simona Bonafé sotto gli occhi dell’ex parlamentare pisano Federico Gelli, presente in platea – lo stesso che si era proposto come candidato alternativo ma che proprio Renzi, dopo un incontro, ha invitato ad un passo indietro.
“In bocca a lupo a Simona” dice Renzi, aggiungendo subito: “Rivolgo un appello a tutti gli amici, a cominciare da Federico: non dividiamoci. L’avversario non è dentro di noi, è fuori”. Oggi, ultimo giorno disponibile per la presentazione delle candidature per le primari alla segreteria del Pd Toscana, Bonafé e Gelli si incontreranno, quindi Gelli deciderà di da darsi – ma al strada verso l’accordo sembra ampiamente tracciata.
“Una soluzione positiva – il commento di Monia Monni, tra gli esponenti renziani più critici nei confronti della dirigenza del Pd Toscano – ora però bisogna che la riflessione del Pd si sposti sui temi, dallo sviluppo sostenibile all’equità, o quello dell’onestà che era della sinistra ma che è stata ‘scippato’ dai Cinquestelle”
>>> Clicca per ascolta Monia Monni, consigliera regionale Pd
Dal palco delle Cascine, il primo pensiero di Renzi però è andato alle elezioni comunali a Firenze della prossima primavera: “La partita sarà tra noi e il leghismo. E nessuno può tirarsi indietro” dice Renzi, invitando tutti a sostenere il sindaco Nardella: “C’è una battaglia che va combattuta innanzitutto su questo territorio e comincia da questa città, la vittoria di Nardella non sarà solo la sua vittoria di ma quella di un modello politico, sociale, culturale”.
Stesso invito, tutto giocato sul richiamo all’unità, anche quello per la partita congressuale nazionale, non senza un richiamo all’esperienza personale. “A forza di fare la guerra in casa abbiamo permesso agli altri di vincere” dice, tendendo poi il ramoscello d’ulivo al futuro segretario: “Chi vince il congresso deve sapere di avere tutto il partito con sé. Perché per due volte a me ha fatto la guerra il fuoco amico”