TOSCANA – “Sono imbufaliti, arrabbiati, delusi. Non si può dall’oggi al domani dire ai sindaci: ‘Scusate abbiamo scherzato’. E’ la rottura del patto istituzionale”. Non usa mezzi termini il presidente dell’Anci Toscana Matteo Biffoni, nel denunciare il pericolo del blocco dei fondi che spettano alla Toscana nel piano periferie del 2016 che un emendamento al decreto Milleproroghe votato al senato stabilisce di congelare per 2 anni.
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Una misura che blocca qualcosa come 3 miliardi a livello nazionale e una cifra che Toscana è compresa tra 340 e 390 milioni di euro, da destinare ai progetti presentati dai Comuni per riqualificare aree degradate, ristrutturare “contenitori vuoti” e “ricucire le città” a partire dalle periferie.
Un rischio per le città, da cui lo stesso Pd non può dirsi estraneo, dato che l‘emendamento “incriminato” è stato votato anche da senatori dem, Matteo Renzi compreso. Una dormita collettiva? “Era il testo dell’emendamento che traeva in inganno – spiega Biffoni – perché parlava di sbloccare le risorse per i primi 24 progetti, congelando però tutti gli altri gli altri”.
E se il voto è stato bipartisan, anche la rivolta dei sindaci va al di là del colore politico: a protestare è non solo il sindaco Pd di Firenze Dario Nardella, ma anche il primo cittadino di Arezzo Alessandro Ghinelli che guida una giunta di centrodestra, e quello livornese del M5s Filippo Nogarin. E pure la sindaca leghista di Cascina Susanna Ceccardi e il sindaco pistoiese Alessandro Tomasi di FdI a Pistoia hanno avuto modo di segnalare i danni che ne deriverebbero. La richiesta è unanime: ora si modifichi la norma alla Camera.
“Come Anci Toscana abbiamo già scritto a tutti parlamentari toscani – dice Biffoni – ma ora è il governo che se ne deve prendere la responsabilità, e spero che Conte, Di Maio e Salvini intervengano. Il governo ammetta l’errore e l’emendamento venga cancellato dalla Camera”.