PISA – A 19 anni dai fatti, c’è una svolta nel caso della morte di Emanuele Scieri, il 36enne parà di leva siracusano trovato morto il 16 agosto del 1999 nella caserma Gamerra di Pisa, sede del centro di addestramento della Folgore.
La procura di Pisa ha tratto agli arresti per concorso in omicidio volontario un ex commilitone di Scieri: si tratta di Alessandro Panella, 39 anni, originario della provincia di Roma; nel 1999 prestava servizio in ferma prolungata nella brigata Folgore e aveva il grado di caporale. L’uomo, che da anni vive e lavora negli Usa era in Italia per una visita alla famiglia e sembra che stesse per ripartire per l’America. Proprio questo avrebbe fatto scattare la richiesta di custodia cautelare.
Altre due le persone indagate a piede libero, tra cui anche un militare dell’esercito tutt’ora in servizio: perquisizioni e altre altre attività di indagine proseguono da ieri. .
La riapertura delle indagini era seguita alle nuove prove e testimonianze raccolte dalla commissione parlamentare di inchiesta che ha lavorato nella passata legislatura – la stessa che nelle 6.000 pagine del dossier finale aveva messo nero su bianco le incongruenze della prima frettolosa indagine che aveva archiviato la vicenda come suicidio.
L’ipotesi cui stanno lavorando pm pisano, ha spiegato il procuratore capo di Pisa Alessandro Crini, è analoga alle conclusioni della commissione parlamentare di inchiesta. Per i magistrati evidenze probatorie e consulenze tecniche mostrano che Emanuele morì per un’aggressione maturata nel contesto di un episodio di “nonnismo”, venne colpito anche mentre era a terra e poi abbandonato gravemente ferito.
“Siamo arrivati alla conclusione – ha dichiarato Crini – che ci fosse il tempo per soccorrere Emanuele e per questo contestiamo l’omicidio volontario proprio perché il giovane è stato lasciato agonizzante a terra”. “Una dinamica – ha aggiunto – non è una nostra congettura ma ricavata dai vecchi accertamenti attualizzata con quelli peritali effettuati dalla commissione parlamentare. Sulle modalità con cui si sarebbero svolti i fatti c’è stata sostanziale condivisione anche con le testimonianze che abbiamo raccolto”.
Alla notizia comunicata dalla procura la madre di Scieri si è “commossa”, di “emozione fortissima…” parla il fratello, Francesco Scieri. “Un passo importante verso la ricerca della verità e della giustizia” secondo Silvia Amoddio, ex deputata Pd e presidente della commissione parlamentare di inchiesta. “Arriveremo ad avere la verità su quel giorno e a ridare dignità ad Emanuele ed alla famiglia” ha commentato Carlo Garozzo, presidente dell’associazione ‘Giustizia per Lele’.