Etichetta: Bello Records
Promozione: Pitbellula
Uscita: 9 giugno 2018
Dopo sette anni di silenzio torna la band veronese con un nuovo album, in uscita a inizio giugno per Bello Records.
Tra le primissime band a portare la musica indie italiana a un pubblico più ampio nella seconda metà degli anni ‘00, complici la vittoria dell’Heineken Jammin’ Contest e l’alta rotazione in radio e su MTV, i Canadians tornano dopo lo scioglimento del 2011 con alcuni importanti cambiamenti: non più un quintetto ma un trio formato dai soli Duccio Simbeni (voce e chitarra), Massimo Fiorio (basso) e Christian Corso (batteria) e 11 nuove tracce, caratterizzate dalle melodie immediate e dai muri di chitarre per cui la band veronese si era fatta conoscere.
Il disco si apre con “What I could be and I’m not”, con le chitarre che mettono in chiaro quale sarà il sound dell’intero lavoro, mentre viene narrato il passaggio tra adolescenza ed età adulta davanti a una partita di bocce in spiaggia. “To the End” racconta i primi amori mai dimenticati, tra melodie e arrangiamenti che rimandano agli Ash di “1977”. Sempre ragazze e amori non corrisposti sono al centro di “Girl from Outer Space” (girato online qualche mese fa come prima anticipazione), un po’ come se la band non fosse ormai formata da tre padri di famiglia ma da ragazzini dal cuore fragile. La passione per gli Appleseed Cast traspare in “It’s gone”, mentre con le successive “Sometimes” e “Dying for you” sono più chiari i nessi con il primo album dei Canadians, pubblicato più di 10 anni fa. Con “Something broken” invece si ha un maggiore distacco con il loro passato: nato quasi per caso in sala prove, il pezzo mette in musica e parole tutte quelle giornate in cui se qualcosa può andare storto andrà sicuramente stortissimo. Il momento di pessimismo fortunatamente dura poco e “Jennifer Parker” ci riporta a sonorità più canadesi, con una dichiarazione d’amore a Claudia Wells, la Jennifer Parker di Ritorno al Futuro. Con “Charlie the Goose” torna un altro dei temi preferiti dei testi di Simbeni: la natura. L’incontro tra un pescatore e un’anatra precede un altro omaggio agli anni ‘80 in cui i componenti della band sono cresciuti: con “In my Dreams” viene celebrato l’amore per due film iconici di quel periodo, Explorers e Navigator. Il disco si chiude con “Epiphany Day”, racconto di una lenta agonia, in un crescendo che sembra non finire mai.
Registrato in Emilia Romagna, mixato a Verona e masterizzato a Brescia, il disco uscirà in formato digitale e in CD (in edizione limitata che non verrà ristampata) per Bello Records. Il titolo scelto è un omaggio all’ex chitarrista e fondatore della band Michele “Mitch” Nicoli, che dal giorno zero ha messo a disposizione non solo la sala prove ma anche una piscina fantastica sulle colline veronesi, e che ora ha scelto di dedicarsi ad altri progetti musicali.