GENOVA – Il polverino Mesh 500 prodotto rinvenuto nei sacchi abbandonati nella cava di Paterno di Vaglia non sono è pericoloso, e quindi niente processo a carico dei proprietari del sito finito da tempo sotto la lente degli inquirenti.
Lo ha deciso il gup di Genova, che sulla base di una perizia particolarmente favorevole agli indagati, non ha accolto le richiesta dei pm e ha deciso il non luogo a procedere e il proscioglimento dei titolari della ex cava di Paterno e i responsabili della ditta di calcestruzzi Medlink di Aulla dall’accusa di traffico illecito dei rifiuti.
Secondo gli esperti, il 500 Mesh non causa danni all’ambiente né alla salute, non è un rifiuto e non è pericoloso. Il giudice ha anche ordinato il dissequestro dei maxi-sacchi da una tonnellata (oltre 870 secondo il perito).
Continua invece con il rito ordinario il procedimento per Lanciotto Ottaviani e la figlia Tullia, con il dibattimento fissato per l’8 marzo 2019 per il deposito non autorizzato in cava di fanghi di conceria, scarti delle salamoie della Solvay, rifiuti di demolizione, asfalto, plastiche e pneumatici. Regione e Comune di Vaglia sono parte civile.