FIRENZE – Torna dal 10 al 15 aprile la nona edizione di Middle East Now, il festival che racconta il Medio Oriente, attraverso cinema, arte, musica, incontri, teatro e cibo.
La rassegna si svolgerà tra La Compagnia, Cinema Stensen, Teatro Cantiere Florida e Fondazione Studio Marangoni. In programma, complessivamente, 43 anteprime in arrivo da molti paesi, tra i quali Siria, Israele, Afghanistan, Iran, Arabia Saudita su temi di attualità, come terrorismo, omosessualità e condizione femminile.
Filo conduttore del festival “Hashtag#MiddleEast”, per guardare al Medio Oriente nella sua complessità, ponendo al centro alcun temi come il ruolo dei social media e internet nell’evoluzione della società e nella produzione culturale, partendo dalla domanda “cosa vuol dire essere connessi nel Medio Oriente?”.
Al centro della manifestazione, un focus sulla regista palestinese Annemarie Jacir, protagonista della serata d’apertura il 10 aprile al cinema La Compagnia con il suo nuovo film ‘Wajib’, in uscita nelle sale il 19 aprile: il film narra la storia di Abu Shadi e del figlio che si ritrovano dopo tanti anni per compiere il rito tradizionale del Wajib, consegnare a mano le partecipazioni al matrimonio della figlia e sorella. Da segnalare il documentario ‘The Poetess’ (Arabia Saudita/Germania, 2017) di Stefanie Brockhaus e Andreas Wolff dedicato alla poetessa e attivista saudita Hissa Hilal, divenuta famosa grazie al talent show ‘Million’s Poet’ e alle sue poesie contro il terrorismo; ‘Mr. Gay Syria” (Turchia, 2017) di Ayse Toprak, che racconta le vicende di Husein, barbiere di Istanbul che combatte tra la famiglia conservatrice e la sua identità omosessuale, e Mahmoud, fondatore del movimento omosessuale in Siria che vive da rifugiato a Berlino, accomunati dal sogno di partecipare al concorso Mr Gay World.
Tanti anche gli eventi collaterali, come le mostre della fotografa irachena Tamara Abdul Hadi, “Flying Boys” e “The People’s Salon”, le ricette della cucina siriana protagoniste del libro “Our Syria. Recipes from Home” di Dina Mousawi e Itab Azzam, lo spettacolo “White Rabbit, Red Rabbit” di Nassim Soleimanpour interpretato, senza prove o regia, dall’attore Fabrizio Gifuni. La chiusura della rassegna, domenica 15 aprile, è affidata a “Rockabul”, documentario sulla band heavy metal afgana District Unknown.
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