FIRENZE – L’ “uomo del sorriso“: così l’imam Izzedin Elzir nel discorso pronunciato alla cerimonia funebre officiata alle Cappelle del Commiato di Careggi ha ricordato stamani Idy Diene, l’ambulante senegalese ucciso il 5 marzo scorso sul ponte Vespucci. “Essere qui tutti insieme per salutarlo – ha detto l’imam – ci fa compiere un gesto che riunisce tutta la comunità spezzata”.
Alla celebrazione hanno preso paerte decine di persone commosse. A rendere omaggio alla salma di Idy (che oggi ripartirà per il Senegal dove nei prossimi giorni si celebreranno i suoi funerali) ed a abbracciare la moglie e il fratello, Rockhaya e Aliou, anche il sindaco Dario Nardella insieme ai suoi assessori, l’arcivescovo Giuseppe Betori e il rabbino della comunità ebraica Amedeo Spagnoletto. “Spero che Rockhaya decida di rimanere a Firenze, qui c’è la sua comunità. Firenze la aspetta” ha detto il sindaco, secondo cui la città “è uscita più forte da questa settimana durissima e dolorosa, con più speranza e più consapevolezza nei nostri valori”.
Oggi la città osserva il lutto cittadino, con bandiere a mezz’asta nei luoghi istituzionali, autobus listati in nero, ed un minuto di silenzio alle 11.50, ora della morte di Idy. Per i negozianti, l’invito del Comune è stato quello di abbassare le serrande tra le 11,50 e le 12.
Il Consiglio regionale prima ha osservato un minuto di silenzio, quindi ha approvato due distinte mozioni (presentate da SI e FdI) per la concessione di un contributo straordinario alla moglie di Idy con risorse regionaali.