LIVORNO – “Non passa giorno senza che io mi metta a pensare e ripensare a cosa sarebbe successo se avessi preso decisioni diverse”. Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, svolgendo oggi davanti al Consiglio comunale una breve comunicazione sull’inchiesta che lo vede indagato per omicidio colposo per il nubifragio del 10 settembre, riflette sul suo operato ma difende la furia delle acque provocò 8 vittime.
“Rispondo e risponderò del funzionamento della macchina dei soccorsi nelle ore del disastro, è giusto che davanti alla morte di otto persone, gli inquirenti indaghino a 360 gradi” ha detto il primo cittadino: “L’inchiesta è coperta da segreto istruttorio e non mi è possibile fornirvi informazioni dettagliate sull’interrogatorio di ieri” ha detto Nogarin precisando di aver “risposto a tutte le domande poste dagli inquirenti”.
Quindi Nogarin è tornato su tema già sollevato nelle ore immediatamente successive al disastro: “Tra qualche tempo arriverà il momento di aprire a livello di Anci una riflessione sul grado di responsabilità che viene attribuita ai sindaci in caso di eventi calamitosi di questa portata e di questo impatto”.
Al sindaco è arrivata la “piena fiducia” del capogruppo di maggioranza Daniele Ceselli (M5S). Dai banchi delle opposizioni è giunta la richiesta di dimissioni, chieste dalla consigliera di Forza Italia Elisa Amato, dal consigliere di Città Diversa Marco Cannito e da Marco Valiani di Livorno per tutti.