PISTOIA – E’ scattata stamani una vasta operazione della procura di Pistoia per stroncare un flusso di immigrazione irregolare di oltre 200 cittadini stranieri, in prevalenza provenienti dal Pakistan.
In tutto 19 le ordinanze di custodia cautelare (una in carcere, 18 ai domiciliari) e 5 misure interdittive, eseguite dalla PS su ordine dal gip di Pistoia nei confronti di altrettante persone nelle province di Pistoia, Prato, Lucca, Pisa, Firenze e Roma.
Unico a finire in carcere un pachistano titolare di una ditta di imbiancatura di Pistoia, indicato come il “principale artefice” del giro di falsi per lo più per il rinnovo dei permessi di soggiorno. Tra gli indagati figurano anche impiegati pubblici – tra cui un ex poliziotta impiegata all’ufficio immigrazione di Pistoia.
Molteplici i reati ipotizzati: dal procurato ingresso illegale e l’agevolazione della permanenza nel territorio dello Stato, ma anche corruzione, violazione del segreto d’ufficio, traffico di influenze illecite, riciclaggio, truffa ai danni dello Stato, falso ideologico e materiale, furto, omissione di atti d’ufficio e cessioni di sostanze stupefacenti.
Tra gli indagati ci sono anche due impiegati comunali, coinvolti però in un filone aggiuntivo: per loro l’accusa è truffa ai danni dello Stato, dovuta ad assenze ingiustificate dal lavoro, spesso per andare a comprare cocaina che poi consumavano in ufficio. Altre 240 persone sono state denunciate in stato di libertà nell’ambito dello stesso procedimento.
Nell’esecuzione delle misure cautelari, coordinata dal Servizio centrale operativo della polizia, hanno collaborato anche la squadra mobile di Prato, il reparto prevenzione crimine Toscana e due unità cinofile con cani antidroga provenienti da Firenze e da Bologna.