SESTO FIORENTINO – Dopo aver passato una prima notte ospiti nella pieve di san Martino a Sesto, hanno occupato un albergo da tempo chiuso in via Lucchese, non distante dall’ex Osmatex, le circa trenta famiglie di origine rom rimaste senza un tetto dopo il rogo del capannone Ikea in cui ha trovato la morte il 27enne ipovedente Marian Congiu.
Sarà assegnato oggi intanto dalla procura di Firenze, l‘incarico al medico legale e al genetista che dovranno effettuare l’autopsia e le analisi genetiche sul suo cadavere carbonizzato trovato all’interno del capannone occupato. «Chiediamo un aiuto per portare il corpo di nostro figlio in Romania” hanno chiesto i genitori e i familiari incontrando ieri il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani, insieme ai consiglieri Monia Monni (Pd) e Marco Casucci (Lega Nord).
Incontrando i rappresentanti dell’assemblea regionale, la famiglia ha raccontato la sua odissea: prima di approdare in quel capannone, erano già stati sgomberati almeno dieci volte da altre situazioni di occupazione abusiva.
Gli inquirenti sarebbero orientati ad escludere la natura dolosa per il rogo. Accertamenti sono in corso, ma tra le ipotesi ritenute più probabili, quella che le fiamme siano scaturite per motivi accidentali dovuti a sistemi di riscaldamento di fortuna.