SIENA – Orari di lavoro estenuanti, paghe inferiori agli orari svolti e diverse a seconda della nazionalità, alloggi fatiscenti, squadre di lavoro con gerarchie rigide: così venivano sfruttati circa 40 operai agricoli stranieri, dipendenti di una società d’intermediazione con sede nella provincia di Grosseto ed impiegati nelle campagne del Chianti.
A portare alla luce le loro pessime condizioni di vita e lavoro l’inchiesta ordinata dal procuratore di Siena, Salvatore Vitello e dal sostituto Nicola Marini, che stamani ha portato all’arresto di tre persone di nazionalità curda accusati di intermediazione illecita, e sfruttamento del lavoro. Altri tre soggetti sarebbero indagati. Commissariata la società che procurava i lavoratori da sfruttare.
L’indagine è partita dalla denuncia di un cittadino che nel febbraio scorso ha segnalato a Radda le precarie condizioni degli alloggi in cui stavano alcuni stranieri.
Gli operai venivano accompagnati con furgoni nei luoghi di lavoro ed erano costretti a sostenere faticose attività agricole. Due gli appartamenti-dormitorio scoperti: a Castellina in Chianti e Vagliagli (Siena), dove sono stati rinvenuti anche appunti e agende personali degli opera, che documentano la sproporzione tra ore lavorate e quelle effettivamente pagate.
Sono inoltre emersi episodi di maltrattamento e vessazioni cui i lavoratori erano stati sottoposti pur di conseguire una retribuzione, da cui veniva perfino trattenuta delle somme per gli strumenti di lavoro che utilizzavano.
La società che procacciava i lavoratori è stata sottoposta a controllo giudiziario da parte di un commissario.