FIRENZE – “Non sono un eroe, gli eroi sono altri”. Parla per la prima volta parla Philip Laroma Jezzi, il ricercatore che ha fatto partire l’inchiesta sui concorsi truccati della procura di Firenze, che ora insegna proprio a Firenze.
“Rifarei tutto” assicura, ma poi aggiunge: “Sbaglia chi pensa che il sistema non è tutto truccato: l’università è piena di persone in gamba”.
Ieri, due dei sette docenti finiti agli arresti domiciliari hanno risposto alle domande del gip di Firenze. Al termine degli interrogatorio di garanzia non hanno rilasciato dichiarazioni.
Tra oggi e domani il gip interrogherà altri 4 docenti ai domiciliari, tra cui il livornese Alessandro Giovannini dell’Università di Siena, quindi sarà la volta dei 22 docenti interdetti dall’insegnamento, tra cui anche Roberto Cordeiro Guerra, docente a Firenze.
Ieri l’ateneo fiorentino ha annunciato che si costituirà parte civile nell‘eventuale processo, e la stessa cosa è al vaglio del Miur, come ha detto la ministra Valeria Fedeli ieri a Firenze.
La proposta lanciata dalla ministra di un “garante delle legalità” in ciascun ateneo è stata invece accolta tiepidamente. “Esiste di già” tagliano corto molti prof: “Non servono codici di comportamento ma il rispetto dell’etica”.